Come abbiamo già detto, sempre più frequentemente aziende e recruiters, oltre alla lettura del vostro curriculum, cercano il vostro profilo sui social network: Facebook e LinkedIn, in particolare, prendono sempre più piede sia come veri e propri strumenti di reclutamento del personale, sia come spunti a completamento di schematici e classici cv.

Ecco che diventa importante utilizzare i social network nel modo corretto affinchè raccontino di noi ciò che vogliamo che un potenziale datore di lavoro conosca.

Innanzi tutto, bisogna distinguere: Facebook nasce principalmente per svago, per riallacciare contatti, per “chiedere amicizia” a conoscenze più o meno di vecchia data, per condividere contenuti di vario genere, fotografie, pensieri, aforismi, battute..
LinkedIn, invece, nasce esclusivamente come network professionale: su LinkedIn non ci si “chiede l’amicizia”, ma si valuta attentamente l’opportunità di chiedere collegamenti professionali, preferibilmente corredando la richiesta con un messaggio di spiegazioni (non se è un ex collega, ma se fosse un potenziale datore di lavoro, un HR di qualche azienda, o un possibile cliente, sarebbe opportuno motivare la richiesta o, quantomeno, presentarsi brevemente); su LinkedIn non si condividono pensieri spontanei su come si è trascorso il fine settimana, nè vignette umoristiche; su LinkedIn sarebbe opportuno condividere contenuti relativi al mondo del lavoro.

Premesso questo, c’è una fondamentale caratteristica che accomuna i due strumenti e che vi consente di gestire al meglio i vostri account (e quindi la vostra web reputation): si chiama IMPOSTAZIONE DELLA PRIVACY.

Ecco che su Facebook, su cui condividete contenuti non necessariamente professionali, consigliamo di rendere chiuso il vostro profilo, ovvero ricercabile ma senza una bacheca visibile a chi non sia tra i vostri “amici”. Un’alternativa, se invece volete mantenere un account pubblico, è impostare le restrizioni su singole foto o singoli post, in modo da filtrare i contenuti meno edificanti, che potrebbero in qualche modo dare di voi una cattiva impressione. Attenzione anche ai post e ai tag dei vostri amici: sulle loro impostazioni della privacy non potete intervenire, ma potrete fare in modo che quel contenuto non compaia sulla vostra bacheca. Non si tratta di avere qualcosa da nascondere, ma di filtrare ciò che possa essere visto da sconosciuti che hanno soltanto quegli strumenti per farsi un’opinione di noi.

Su LinkedIn funziona più o meno allo stesso modo: se, però, LinkedIn viene utilizzato correttamente come network professionale -e non, quindi, come una sorta di diario personale o Facebook!-, più difficilmente avrete la necessità di filtrare o modificare le impostazioni relative alla privacy dei vostri contenuti. Potrete rendere privato il vostro profilo, visionabile solo dai vostri contatti: in questo caso, al contrario, potrebbe essere una mossa controproducente, perchè al selezionatore che ancora non è nella vostra rete un profilo con curriculum e presentazione ben compilata può solo fare una buona impressione.

Insomma, non sono Facebook o LinkedIn a parlare di noi, ma siamo noi a poter controllare i contenuti che postiamo e soprattutto le persone con cui li condividiamo..ed è il momento di iniziare a gestire correttamente le informazioni!

 

Ph.Credits: http://www.jcount.com/

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