Le bambole sono il vero specchio dei bambini: rappresentano la loro fantasia, come si vedono o come vorrebbero essere. All’inzio, la più famosa, fu Barbie: la figura snella, i capelli biondi, i tratti tipici dello stereotipo americano. Dagli anni 2000 in avanti, forse anche prima, sono nate numerose varietà di bambole, spesso associate al cartone animato del momento: oggi spopola Frozen con le sue sorelle, Elsa e Anna, ricercatissime anche per i loro abiti.
Oggi è presente sul mercato un nuovo operatore, Toy Like Me, che entra in maniera innovativa, infatti la proposta di bambole e giocattoli a catalogo della nuova azienda è completamente basata su soggetti con disabilità.
Toy Like Me nasce dall’idea di tre mamme: Melissa Mostyn una giornalista sorda con una figlia su sedia a rotelle, Rebecca Atkinson giornalista non udente e ipovedente ed infine Karen Newell, consulente esperta in giocattoli che ha un figlio non vedente; il fine è realizzare delle bambole che siano lo specchio dei bimbi con disabilità.
Le prime bambole sono nate dalla fantasia delle tre mamme, subito dopo i social hanno guidato la creazione dei soggetti: grazie alla pagina Facebook, le tre donne inglesi hanno avuto numerosi spunti e suggerimenti dai loro followers. A velocizzare la realizzazione si è successivamente aggiunte MakieLab che ha fornito una stampante 3D alle tre mamme in modo che le richieste possano essere realizzate in maniera istantenea.
Un’iniziativa di sicuro interesse, che parte dal basso per rispondere alle esigenze di giovani persone con disabilità, appunto i bambini, che ritrovano il loro io e la loro fisicità anche nei giocattoli quotidiani.