Mettiti nei miei panni Accoglienza

“Mettiti nei miei panni” (MNMP) è l’invito che gli studenti con disabilità dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano rivolgono a tutta la popolazione universitaria dello stesso ateneo ormai da cinque anni nel mese di maggio. L’idea è nata dopo un intervento di formazione rivolto ai Volontari del Servizio Civile Nazionale che prestavano servizio presso il Servizio Integrazione Studenti con Disabilità (SISD) nel 2010.

Da allora il progetto si propone di sensibilizzare il mondo accademico sulle tematiche della disabilità per promuovere e valorizzare, al meglio, il processo di inclusione degli studenti afferenti al SISD attraverso lo sviluppo di una coscienza civile attiva e consapevole e intende altresì implementare la conoscenza del ruolo e delle finalità del Servizio Integrazione d’Ateneo.

L’intervento di formazione si propone, quindi, di offrire spunti di riflessione ed elaborazione critica attivando, attraverso l’attività di role taking (simulazione di limitazione visiva e/o motoria legata all’immedesimazione nella vita universitaria di uno studente con disabilità attraverso il compimento di “semplici” gesti quotidiani e con l’ausilio degli stessi studenti con disabilità) un coinvolgimento emotivo, possibile fonte di stimolo per la rielaborazione, a posteriori, dell’auspicata riflessione critica circa i temi dell’inclusione.

Inclusione è

MNMP, vera best practice che si innesta sul modello italiano di partecipazione attiva, diventa un’esperienza significativa, emotivamente “intrusiva” poiché, parafrasando il sociologo Georg Simmel, si può pienamente affermare che la differenza interroga ciò che si è.

Nel solco di tale buona prassi che negli anni ha riscontrato largo consenso e partecipazione, nell’ambito della V edizione di MNMP svoltasi 10 maggio scorso, il SISD ha proposto un’innovazione al progetto: un laboratorio sulla sordità. Con il “Laboratorio sulla sordità”, l’inclusione, riconoscimento della dignità e dei bisogni di ciascuno, diventa finalità, approccio e processo allo stesso tempo anche per gli studenti con una disabilità “nascosta”: la sordità non si vede, è riconoscibile solo all’atto della comunicazione e questa, nel cammino degli studi accademici, diviene momento fondamentale e fondante del riconoscimento del bisogno di appartenenza di ognuno poiché, come ci ha insegnato la Scuola di Palo Alto, “è impossibile non comunicare”.

Post-it con definizione inclusione

Nel Laboratorio sensoriale, il principale protagonista è stato un filmato: sono state mostrate delle sequenze estrapolate da film noti, visionate dapprima senza e successivamente con l’ausilio dell’audio in modo tale da rendere evidenti le incomprensioni derivanti dalla difficoltà di ascolto, comprensione e interpretazione. Nel filmato sono presenti scene che, a causa della non adeguata postura degli attori (rispetto alla comprensione labiale) o dell’inquadratura della scena, rendono difficoltosa la comprensione dei partecipanti senza l’ausilio della parte sonora. Inoltre, al termine dell’esperienza, si è potuto ragionare insieme sulle strategie, le risorse e le difficoltà delle persone che sentono poco o non sentono totalmente grazie alla presenza di due studentesse sorde che hanno raccontato la loro esperienza.

Il compito dell’Università è di accompagnare gli studenti durante il cammino degli studi accademici verso la cittadinanza attiva per e attraverso un progetto di vita personale, rispondendo così all’esigenza di un’integrazione comunitaria, socio-culturale e lavorativa. Vero obiettivo della manifestazione è porre l’accento sulle capacità ma anche sulle difficoltà quotidiane sperimentate dagli studenti con disabilità, risorse e limiti, quindi, da far sperimentare ai partecipanti. Questa iniziativa vuole avere un’importante valenza educativa conducendo i partecipanti a compiere, con la sola iniziale presenza, un atto responsabilità attiva, di giustizia, di conoscenza. Attraverso la realizzazione dell’esperienza (seppur connaturata da evidenti limiti di realizzazione rispetto alla veridicità della simulazione) si attua il più efficace e duraturo mezzo di cambiamento sociale: un atto educativo che genererà fiducia nelle possibilità proattive delle persone, soprattutto per i nostri studenti.

Gruppo Mettiti nei miei panni

La campagna di sensibilizzazione ha mirato e mirerà, negli anni di Mettiti nei miei panni, al coinvolgimento di tutta la società accademica affinché la popolazione universitaria continui a creare maggiori occasioni di crescita culturale ed umana. Una complessità, questa, che bisogna imparare a gestire: così come si è lavorato precedentemente sull’abbattimento delle barriere architettoniche, è necessario continuare a smussare gli angoli delle barriere di natura culturale e didattica. Infatti, la formazione della popolazione studentesca, del personale accademico e tecnico-amministrativo risulta essere, a nostro avviso, la chiave vincente per un’università a misura di tutti, affinché si possa agire nell’unitarietà d’intenti tenendo conto delle particolari esigenze di ognuno.

L’iniziativa continua a crescere ed avere sempre più successo in ateneo, come testimonia questo video della terza edizione.

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