LemureCatta

I pinguini di Madagascar sono adorabili: sono i moderni Stanlio e Olio della comicità, non nel formato di duo comico, ma un gruppo esilarante di combina guai. La loro perpetua ricerca di fuga e di scoperta, le idee strampalate e le continue gaffe, fanno dei bipedi degli adorabili animali a cui affezionarsi e per i quali fare (paradossalmente) il tifo.

L’idea di Zoom, il nuovo bioparco che ha aperto le porte a Cumiana, in provincia di Torino, si basa sulla Pet therapy, la teoria per cui è possibile utilizzare il contatto con la natura, e in particolare con gli animali, per la cura delle malattie umane. Il concetto può essere qui esteso alla disabilità: un luogo in cui le persone disabili possano essere libere di esprimere i loro sentimenti verso gli animali.

Pellicano

Il parco è molto grande e conta numerosi ospiti: dai simpatici e vivaci lemuri, alla pacata e tranquilla testuggine gigante (comunemente chiamata tartaruga), dal pellicano dal becco enorme al roseo fenicottero.

Quale sarà il pezzo forte del bioparco? Il leone Alex come nel cartone Madagascar? No, qui le vere star sono Ursus, Ercole e Atlante, rispettivamente con 120, 110 e 70 anni. Come avrete capito sono le tartarughe del parco, che accolgono i giovani visitatori offrendo loro il lungo collo e premettendo di essere accarezzati a lungo.

LemureNero

La particolarità del parco è vivere a contatto con gli animali: si potrà fare una passeggiata con le quattro diverse specie di lemuri presenti; assistere al momento preferito dei pinguini, quello del cibo; vedere uno degli animali più alti del mondo, la giraffa, con il suo collo caratteristico e il manto maculato; vedere come vivono gli ippopotami sott’acqua e capire come i biologi monitorano il loro stato di salute.

Il parco è una scoperta continua, rivolta in primo luogo a se stessi: capire come convivere con la natura e gli animali permette di definire l’ambiente ideale nel quale una persona disabile può esprimere la propria unicità e le proprie caratteristiche.

 

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

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