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Un’idea, un confronto lungo o una necessità; sono i tre fattori dai quali, di solito, nasce una soluzione: il primo rispecchia un’intuizione soggetta alla persona e al contesto; il confronto stimola i pensieri di un gruppo e li riunisce al fine di far prevalere una soluzione terza; infine la necessità, un’esigenza derivata da una situazione di rottura o ambientale.Da quest’ultimo punto nasce la soluzione di cui parleremo nel post odierno: lo Smart Glove.

Hoyoung Ban è un ragazzo coreano di 38 anni, con un MBA in Virginia (USA) e la passione per la tecnologia. Ban è partito da una necessità, in questo caso familiare: il padre e due zii sono stati colpiti da ictus; purtroppo il padre è successibamente morto, mentre i suoi parenti hanno intrapreso le cure di riabilitazione. Proprio dalla mancata possibilità di sostenere le spese mediche, nasce il guanto “smart” di Ban. Una soluzione che permette di riabilitare la persona nel lancio di una palla, per esempio, o versare un bicchiere d’acqua.

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Anche dal punto di vista economico lo strumento è accessibile: per gli ospedali il guanto ha un prezzo di $10.000, mentre per il cliente finale siamo sui $1.000. Il fine di Ban è quello di poter rendere accessibile il prodotto al maggior numero di persone possibili, sia per quanto concerne le funzionalità che il prezzo di acquisto.

 

Fonte: La Stampa

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

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