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“Viaggiare è come sognare: la differenza è che non tutti, al risveglio, ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la memoria della meta da cui è tornato”

L’incipit del post è un’affermazione di Edgar Allan Poe, scrittore americano, uno dei migliori interpreti del viaggio inteso come crescita personale.

Il turismo è un settore di forte interesse per il mondo della disabilità, ma spesso si trovano degli ostacoli: mancanza di servizi, organizzazione scadente e standard non idonei.

UK e gli investimenti di VisitEngland

Uno dei modi per migliorare la situazione italiana è quello di prendere spunto dall’estero, in questo caso dalla vicina UK: in Inghilterra il portale che guida il turismo è VisitEngland, un’istituzione nel paese della Regina Elisabetta.

Il portale non si ferma al presente, con i numerosi posti disponibili per persone disabili e viaggi organizzati ad hoc, ma va oltre: a metà Settmbre 2015 ha lanciato la campagna Access for All, la quale prevede un investimento di fondi di 125.000 sterline.

I numeri sono dalla parte del turismo e l’Inghilterra registra un grosso introito da questo settore: in UK le persone con disabilità spendono, nel complesso, 3 miliardi di sterline per “l’accomodation”, cioè una notte fuori, e ben 12,1 miliardi di sterline per i giorni che trascorrono da turisti nel Regno Unito. I numeri sono destinati a crescere: si prevede infatti un incremento del 19% dei viaggi da parte di persone disabili, i quali aumenteranno la spesa nel turismo di circa il 33%.

Un esempio da seguire, da usare come modello anche in Italia, la nazione che detiene l’80% delle attrazioni mondiali non può non considerare una parte numerosa della popolazione.

Fonte: CLH

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

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