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Domani 10 Ottobre si celebra la giornata mondiale della Salute mentale. Noi di Jobmetoo conosciamo bene il timore che un candidato con tale disabilità può suscitare nelle aziende così come la paura del lavoratore con disagio mentale di non integrarsi.

La soluzione migliore? Parlarne. E come potrebbe essere più efficace la testimonianza se non narrata per voce degli stessi protagonisti, che si racconteranno – è il caso di dirlo – come un libro vivente?

Domani, presso il Museo del Novecento,  dalle 16,30 alle 20,30 il pubblico potrà ascoltare dei “libri umani”, esperimento già svolto in altri contesti, come nelle carceri ad esempio. Diciannove storie per conoscere, innanzitutto, e quindi entrare in empatia con chi vive una percezione del mondo differente, fino a toccare e vivere diversi livelli di disagio. Questo disagio, se maggiormente condiviso, può diluirsi e mostrarci, tra questi libri viventi, le persone che temiamo di non trovare. E che invece esistono. Sappiamo tutti che un segno di vicinanza può avere effetti molto incoraggianti.

Anche in questo caso, non vogliamo pensare che chi soffre di un disturbo psichico debba per forza vincere un Nobel: sapere che potrà lavorare in un ambiente idoneo non vale meno di un Nobel.

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

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