Domenica 12 aprile mi scrive un amico per sms: “All’Arena di Giletti parlano della 104”. Subito mi collego su Rai Uno e, grazie ai sottotitoli, seguo la vicenda, ben ricostruita in questo resoconto di Superabile. Inutile nascondersi dietro un dito: tutti sappiamo cosa sia la Legge 104/92. Per chi volesse capirne di più, superando il binomio “legge 104 = tre giorni al mese”, rinvio al sito di Handylex, che contiene anche una scheda molto ben fatta che spiega le modalità per usufruirne in modo corretto.
Appare quindi comprensibile che il Miur, sulla scorta dei risultati di un monitoraggio effettuato a gennaio, si sia deciso ad avviare un tavolo tecnico per affrontare un problema sia civico che economico. L’abisso che separa il settore pubblico da quello privato (solo il 3% dei dipendenti del settore privato ne usufruisce, contro una percentuale massima del 28% nel mondo della scuola) è un’altra distorsione da correggere. Sappiamo bene che molti dipendenti privati, che ne hanno pieno diritto, sono frenati nel chiedere permessi al datore di lavoro.
Da disabile grave, osservo l’evoluzione di questa vicenda con un misto di fastidio e di vergogna: c’è chi ha la 104 e non ne avrebbe diritto, c’è chi ha la 104 e i giorni non bastano per assistere i familiari. Guarda caso, chi ne ha realmente diritto subisce sia il danno che la beffa.
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