Essere relatore ad un seminario in Bocconi, presso la SDA School of management, non è cosa da tutti i giorni. Persone preparate che mi ascoltano, che pongono domande specifiche e che vogliono mantenere i contatti con me. Ma che può dire di così interessante un ex venditore di enciclopedie, agente pubblicitario, istruttore di vela, rappresentante di calzature, responsabile del “televideo” di una tv privata marchigiana e, infine, dipendente pubblico, per intrattenere un contesto così qualificato?
Semplicemente, raccontare come abbia realizzato il sogno di far diventare impresa, attraverso Jobmetoo , di quello che è stato per anni, nella propria vita, un binomio fallimentare: lavoro e disabilità. Un cammino personale, prima di tutto, che diventa il seme di un’azienda e quindi si mette a disposizione di un pubblico più vasto.
E cos’altro riscuote l’attenzione degli analisti? Per spiegarlo meglio, parto da situazioni che ogni tanto (ancora) si verificano: c’è qualcuno, mentre illustro cosa sia Jobmetoo, che assume un’aria sorridente, magari un po’ paternalistica, e mi mette una mano sulla spalla esclamando: “Che bell’associazione hai creato!”.
Ma Jobmetoo non è un’associazione, è una srl, un’agenzia per il lavoro; se oggi ha un team in crescita, un portale interamente rinnovato, è anche grazie all’interesse (e alla lungimiranza, e anche alla sensibilità) delle società di investimento, che hanno capito come disabilità e prosperità non siano affatto due temi antitetici.
Anzi. La persona disabile che lavora alleggerisce il costo previdenziale dello Stato (primo “Bum!”); guadagna i propri soldi (secondo “Bum!”); diventa una spinta dell’economia accedendo (finalmente…) ai beni e servizi che la società mette a disposizione di tutti noi (terzo “Bum!”). Un circolo virtuoso in cui fare business e generare alto impatto sociale non solo non sono in contrapposizione, ma rappresentano la soluzione più dignitosa per tutti.

A meno che non preferiate spalancare voi la porta ad un disabile motorio perché in questo modo vi sentite utili. Ma non è così che fareste la vostra e l’altrui utilità. Pensiamo a costruire un sistema grazie al quale il disabile possa aprire la porta che desidera, o almeno provarci, esattamente come ciascuno di noi. Questo è il pianeta che vogliamo e per il quale non ci stancheremo mai di lavorare.
ciao io sono un portatore di handicap è ho delle difficoltà so che tu ti occupi di aiutare persone disabili e so anche della tua agenzia se mi puoi contattare via e–mail o meglio facebook grazie ErnestoIorianni@libero.it grazie mille
Gentile Ernesto,
grazie per il tuo commento.
Cogliamo l’occasione per spiegarti al meglio il funzionamento del servizio offerto da Jobmetoo.
Affinché le aziende possano trovare te e il tuo profilo, è necessario registrarsi e compilare il modello di curriculum online insieme alle schede di autovalutazione. Accedendo a http://www.jobmetoo.com il tuo curriculum sarà presente nel database e rintracciabile dalle aziende.
Riceverai un messaggio nella tua area riservata in caso di contatto o in caso di annuncio che risponde ai tuoi requisiti.
Inoltre, il modello di curriculum di Jobmetoo è continuamente aggiornabile, esportabile in PDF ed è anche possibile inviare una mail direttamente dal sito col tuo cv allegato.
Per ogni altro dubbio non esitare a scriverci.
A presto!