L'attore Michael J. Fox

Cercando sul web notizie utili sulla disabilità, scopro un articolo molto interessante, anche se risalente al 2013. Second Life, la celebre comunità virtuale diffusa in tutto il mondo, rivela inaspettate potenzialità anche nel campo della disabilità.

Per chi non lo sapesse, l’utente che si iscrive a Second Life accede, attraverso il proprio “avatar” (personaggio immaginario), a un vero e proprio mondo virtuale dove si possono fare molteplici attività: socializzare, andare ad un concerto, creare beni e scambiarli, e molto altro ancora. Per fare un esempio, diverse multinazionali usano Second Life per fare formazione ai propri dipendenti. Ebbene, tra questo “molto altro ancora”, c’e anche qualcosa che riguarda la disabilità…

Second life

Se l’American Cancer Society è riuscita a raccogliere, a partire dal 2005, un milione e mezzo di dollari grazie a Second Life, le potenzialità della piattaforma si sono spinte molto oltre. L’associazione non profit statunitense Virtual Ability ha fatto utilizzare Second Life a persone con disabilità con lo scopo di migliorare le loro abilità in un contesto altamente accessibile.

Donna Davis, docente nell’università dell’Oregon, ha esplorato le potenzialità di Second Life creando uno spazio appositamente pensato per i malati di Parkinson (inclusa sua madre); l’associazione per la ricerca del Parkinson che porta il nome del grande Michael J. Fox (colpito dalla malattia giovanissimo e testimonial d’eccezione) ha potuto beneficiare di un aumentato interesse da parte della collettività sul tema del Parkinson.

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Ha destato un grande scalpore il fatto che un’anziana malata di Parkinson, osservando se stessa in Second Life, abbia tratto dei miglioramenti nella mobilità e nella percezione di sé. La ricerca medica sta cercando di capire come esperienze virtuali possano aiutare il malato di Parkinson. In questo caso una piattaforma che nasce per generare esperienze “social” diventa uno strumento di miglioramento della vita “reale”.

E chissà se dedicare la vita a spazi reali – il cosmo – ma non raggiungibili come quelli virtuali sia la ragione per cui il grande fisico Stephen Hawking è ancora vivo? Strana domanda, vero? Leggete qui e scoprirete nuove cose sorprendenti…

La lettura di questo articolo mi ha indotto diverse riflessioni:

  • La disabilità è sempre di più una questione di interrelazione tra uomo e ambiente;
  • L’attenzione alla progettazione di un mondo fruibile per tutti è il primo requisito per rendere la vita migliore per tutti (disabili e non);
  • La tecnologia si rivela, sempre di più, non il fine ma un eccellente mezzo per renderci protagonisti delle nostre vite.

L’esperienza di Second Life ci ha dato un bel suggerimento, quasi casuale: prendere in mano queste preziose indicazioni e saperle far diventare azioni consapevoli ed efficaci è compito di tutti noi.

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

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