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Il Parma Calcio ha una storia gloriosa: negli anni ’90 era l’anti-Juventus per eccellenza, un team forte e compatto, dal gioco spettacolare e con tanti giocatori italiani. Nevio Scala è stato un grande allenatore ed innovatore, per la mia visione, al pari di Arrigo Sacchi: ricordo che dopo ogni partita, sia di Serie A che di Coppa, aveva imposto una routine, cioè un allenamento post match. Una novità, quasi un’anomalia, che permise ai giocatori di entrare nell’olimpo del calcio che conta.

Quella squadra fece debuttare, contro il Milan di Capello, un certo Gigi Buffon, a soli 16 anni: i rossoneri non riuscirono a bucare la rete dell’allora futuro portierone azzurro; sulle fasce macinavano chilometri Benarrivo e Di Chiara, al centro il duo impenetrabile Cannavaro-Thuram assicurava una difesa solida; a centrocampo Dino Baggio, Fuser e Boghossian erano certezza di recupero e costruzione del gioco; davanti l’imbarazzo della scelta: Zola, Asprilla, Chiesa, Crespo…solo per citarne alcuni.

Una squadra modello, grintosa, spettacolare e fu studiata (e ammirata) da diversi paesi stranieri. Gli ultimi anni sono maggiormente noti per i problemi legati al crack Parmalat e la relativa “retrocessione forzata” nelle leghe inferiori. Visto il suo passato, il Parma Calcio ha sempre i fari ben puntati su di sè, così come la lungimiranza è una delle caratteristiche che ha mantenuto.

Infatti, avere nel proprio staff, una persona disabile, non è da tutti: Mattia Formis c’è riuscito, grazie alla sua professionalità, lo studio e la passione. Mattia ama il calcio, ma non ci può giocare a causa di un errore a seguito di una vaccinazione antipolio; quest’episodio non lo ha affermato e ha basato la sua vita sulla concezione “se non posso giocare a calcio, lo insegno”. Inizia gli studi, ottenendo il patentino UEFA B e, presso Coverciano, diventa un video analista che gli permette di entrare nello staff del Parma Calcio.

Il video analista ha un ruolo sempre più centrale nella composizione di uno staff tecnico, nonché nel successo di una squadra: è la figura che riprende la propria squadra e quella avversaria, al fine di studiare i movimenti e gli schemi dell’avversario e sapere così come contrastarli e rispondere in maniera efficace; i video servono anche per migliorare la propria squadra, capire quali movimenti migliorare e quali inserire come nuovi.

Il lavoro ha dato molta stima a Mattia, così come anche la presenza di una persona forte al suo fianco, sua moglie Silvia, la quale ha spinto Mattia ad effettuare l’operazione all’arto che oggi permette a Mattia di poter camminare senza l’uso di stampelle.

Una storia di successo personale e professionale, una storia che serve da esempio alle persone che hanno dei sogni, che li rincorrono e realizzano, senza fermarsi alle difficoltà e chiusure di persone poco lungimiranti.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

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