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Il verbale

Il verbale, validato dalla Commissione, viene inviato dall’Inps all’interessato.

Il certificato va conservato e presentato in fase di iscrizione al servizio di collocamento mirato del Centro per l’Impiego, in modo da poter accedere ai servizi e alle offerte di lavoro dedicate alle risorse appartenenti alle categorie protette. Nel caso in cui la richiesta di invalidità abbia esito negativo, la persona può fare ricorso all’Inps entro 180 giorni dalla notifica del verbale.

La relazione conclusiva o diagnosi funzionale

La commissione di accertamento, sulla base delle risultanze, derivanti dalla valutazione globale, formula, entro 4 mesi dalla data della prima visita, la relazione conclusiva che può contenere suggerimenti su eventuali forme di sostegno e strumenti tecnici necessari per l’inserimento o il mantenimento al lavoro della persona con disabilità.

Tale documento viene trasmesso all’utente e al Comitato tecnico presso i Centri per l’impiego. Sulla base di tale relazione, viene individuato il percorso di inserimento più adeguato al soggetto richiedente.

Iscrizione al collocamento mirato

L’iscrizione alle liste riservate alle risorse appartenenti alle categorie protette permette di accedere a quanto previsto dalla Legge 68/99 e per accedervi è necessario rispettare i seguenti requisiti:

  • Avere un’età anagrafica di almeno 16 anni.
  • Non è più fissato il limite massimo di età di 55 anni, previsto dalla vecchia normativa, dopo il quale si era cancellati dagli elenchi del collocamento obbligatorio.
  • Essere disoccupati ed immediatamente disponibili al lavoro.
  • Occupare un posto di lavoro adeguato alle proprie abilità e capacità.
  • Essere in possesso di certificazione che attesti la presenza di disabilità o invalidità (verbale e relazione conclusiva).

Le liste del collocamento mirato sono elenchi pubblici redatti secondo una graduatoria unica che raggruppa tutte le disabilità.

L’iscrizione a queste liste è uno dei presupposti per l’inserimento lavorativo e la graduatoria rappresenta l’ordine di precedenza per l’invio presso i datori di lavoro per la parte di assunzioni che avviene attraverso chiamata numerica e nominativa.
La chiamata nominativa, in generale, non segue l’ordine della graduatoria (così come avviene per la chiamata numerica) – a meno che – l’azienda non chieda all’ente pubblico una preselezione dei requisiti. In questo caso, pur trattandosi di chiamata nominativa, viene comunque rispettato l’ordine di graduatoria.

I criteri che concorrono alla formazione della graduatoria sono:

  • Anzianità di iscrizione negli elenchi del collocamento obbligatorio
  • Condizione economica
  • Carico familiare
  • Difficoltà di locomozione nel territorio

La competenza dei servizi per il collocamento mirato è territoriale, quindi la persona deve iscriversi presso l’ufficio presente nella propria provincia di residenza. Ciò non toglie che possa iscriversi nell’elenco di altro servizio in altra parte d’Italia, previa cancellazione dall’elenco in cui era precedentemente iscritta.

I datori di lavoro privati e pubblici hanno facoltà di effettuare tutte le assunzioni per chiamata nominativa o tramite le convenzioni di cui all’art. 11, a prescindere dal numero degli occupati. I datori di lavoro, che assumono per chiamata nominativa, possono richiedere agli uffici competenti che venga operata una preselezione delle risorse interessate alla posizione, sulla base dei requisiti professionali concordati.

Inoltre, con l’introduzione del comma 1 bis all’art. 7 della Legge n. 68/99, si prevede che in caso di mancata assunzione, entro 60 giorni dal momento in cui insorge l’obbligo, gli uffici competenti dovranno avviare i lavoratori secondo l’ordine di graduatoria per la qualifica richiesta o altra specificamente concordata con il datore di lavoro sulla base delle qualifiche disponibili.

Alcune considerazioni: siamo consapevoli che anche semplici passaggi burocratici possano risultare pesanti per persone con disabilità, ma si tratta di momenti necessari per ottenere potenziali benefici per il raggiungimento di un’autonomia, anche economica.

Attraverso lo strumento del collocamento obbligatorio la legge cerca di superare quelle diseguaglianze che impediscono ad alcune categorie di cittadini di avere le medesime opportunità degli altri nell’approcciarsi al mercato del lavoro.

Il collocamento mirato deve quindi essere inteso come un percorso di inserimento personalizzato, criterio imprescindibile per poter garantire la crescita di ogni risorsa purché sia accompagnata da un adeguato inserimento lavorativo.

Questo sarà possibile solo valutando le persone con disabilità per le loro competenze professionali e tenendo conto delle esigenze di ognuno, magari anche attraverso accomodamenti ragionevoli o altre forme di sostegno.

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