Inutile dirlo: delle diverse disposizioni definite nei decreti legislativi previsti dal “Jobs Act” (Legge 183/2014), quella che più sta sollevando rumore, nell’ambito della disabilità e delle Categorie protette, è l’abolizione della chiamata numerica a favore di quella nominativa, anche se, è bene ricordarlo, l’Atto del governo è tuttora sottoposto al parere delle competenti commissioni di Camera e Senato.

Nel titolo di questo post uso volontariamente il tempo futuro, chiedendomi e chiedendovi se sarà la strada giusta invece di chiedere se è la strada giusta. Il motivo è molto preciso: solo il tempo potrà dire se queste modifiche sortiranno i risultati attesi o meno. Ma scendiamo nel dettaglio, non mancando di analizzare anche altri importanti aspetti che modificheranno la Legge 68/99.

Immagine di un elenco che ricorda la graduatoria numerica
La chiamata numerica diventa marginale nel Jobs Act: ora cosa accadrà?

In un comunicato ad hoc, ANMIC riassume i punti critici delle riforme; tra questi, la scelta di sopprimere, o comunque relegare ad un ruolo del tutto secondario, la chiamata numerica (ultimo comma del discusso art. 6), non considerando sufficiente l’aumento degli incentivi (art.10) che andrebbe a premiare le assunzioni di disabilità psichiche e intellettive. L’associazione Associazione Tutti Nessuno Escluso ha anche creato una campagna di pubblico dissenso attraverso il proprio portale, perché convinta che le nuove disposizioni andranno a penalizzare ancora di più chi vive una disabilità pesante.

Tuttavia le nuove disposizioni trovano favorevole accoglimento tra le due grandi federazioni di disabili, FISH e FAND, che hanno contribuito alla stesura delle linee guida attraverso l’attività dell’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, istituito presso il Ministero del Lavoro. Il Presidente FISH, Falabella, ricorda che è necessario “rivisitare i percorsi e gli strumenti di sostegno e mediazione e, appunto, far incontrare la domanda e l’offerta mantenendo saldamente gli obblighi e gli incentivi (che riguardano soprattutto le persone con più grave disabilità), ma superando anche alcuni limiti che si sono rivelati un boomerang per gli stessi intenti della norma”.

Insomma, i temi caldi non mancano e, appunto, sarà solo il tempo, probabilmente, a far capire a tutti noi, diretti interessati e addetti ai lavori, se e come queste norme andranno aggiustate. Vorrei citare altri tre temi che, seppure di minor impatto, rappresentano novità alle quali occorre prestare attenzione.

Accomodamento ragionevole

Appare significativo l’impulso che si intende dare, attraverso un fondo ad hoc alimentato dalle sanzioni amministrative, alla cultura dell’accomodamento ragionevole, che prevede interventi volti ad adattare la postazione di lavoro alle esigenze del lavoratore disabile (telelavoro incluso) nella ragionevolezza dello sforzo economico da parte dell’azienda. Le aziende avranno quindi un concreto strumento in più per favorire l’inclusione e, di conseguenza, una scusa in meno per non adempiere.

Banca dati nazionale del collocamento mirato

Interessante appare anche l’altra novità annunciata, consistente nella creazione di una banca dati in cui confluiranno informazioni da parte dei datori di lavoro pubblici e privati e che si andranno ad aggiungere alle informazioni obbligatorie che il datore di lavoro deve fornire sull’instaurazione del rapporto di lavoro. Un passo in avanti significativo per avere un quadro sempre più nitido, considerato anche che, attualmente, le periodiche relazioni al Parlamento sullo stato della Legge 68, contengono lacune informative che impediscono di fatto l’elaborazione delle strategie più idonee da perseguire. Anche questo passaggio lo potete trovare nel sito Handylex suggerito alla fine del post.

Logo Handylex
Su Handylex una chiara panoramica delle nuove modifiche alla Legge 68

Infine, è bene ricordare che la prevista costituzione di un’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del lavoro – riguardante quindi tutti i lavoratori, e non solo le Categorie Protette – avrà influenza anche sulla Legge 68/99, con modifiche di sicura rilevanza.

Per una visione completa delle modifiche in atto, riportate come sempre con grande chiarezza da Carlo Giacobini di Handylex, ecco il link alla pagina che tutti dovremmo leggere con attenzione. Sarà importante, quindi, più che prendere una posizione a prescindere, valutare gli effetti concreti della riforma. E, soprattutto, essere rapidi nel correggere eventuali criticità.

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

6 Commenti

  1. L’abolizione della chiamata numerica a favore di quella nominativa?
    I controlli sono sporadici e le sanzioni per chi non rispetta quest’obbligo sono difficilmente erogate. Inoltre molte Regioni hanno graduatorie non aggiornate. E’ corretto anche segnalare l’esistenza di situazioni spiacevoli, nelle quali la persona diversamente abile è indicata in modo fittizio, artificioso, con diversi familiari a carico per avanzare in graduatoria. Quindi in pratica già è praticata……..

  2. Di quale diritto al lavoro di persone con disabilità vogliamo parlare se non esisterà più nessuna forma di tutela? E’ ampliamente dimostrabile agli esperti del settore, che vogliono riformare il collocamento obbligatorio, che cosi non potrebbe più chiamarsi in quanto si va a togliere l’unica tutela di occupabilità che la legge 68/99 eroga verso gli aventi diritto attraverso la chiamata numerica. Ad oggi inoltre sono numerosissimi gli enti pubblici che non assumono disabili giustificandosi che devono riguardare la pianta organica. La domanda sorge spontanea come si fa a pretendere dal datore di lavoro il privato di rispettare la quota di assunzione prevista dalla legge quando gli enti pubblici sono i primi ad evaderla? Questo è un omologo che va avanti dall’evento della 68/99 lo sappiamo tutti, ma … . Adesso che cosa voglio inventarsi togliendo la chiamata numerica? Essa tutela gli aventi diritto all’avviamento senza inserimento negli elenchi o graduatorie. Staremo a vedere le motivazioni e se riescono a tutelare gli aventi diritto con la priorità di reinserimento al lavoro anche attraverso il metodo della chiamata nominativa. Tale percorso delineato dalla 68/99 e previsto tramite l’avviamento numerico sia verso enti pubblici che privati se verrebbe a mancare grava su una fascia che resterebbe intutelata.

    • Grazie Domenico per il Tuo commento. Affronti diversi temi e provo a fare ordine. La chiamata numerica, se ci riflettiamo bene, non è in linea con lo spirito della stessa Legge 68/99, secondo la quale è possibile trovare il miglior posto per ciascuno di noi. Se guardiamo alle recenti modifiche con questa visione forse il quadro ci appare meno buio. E, come tu giustamente sottolinei, bisognerà attendere motivazioni e, soprattutto, il tempo, per capire se queste modifiche vano nella giusta direzione. Non dimentichiamo poi che, per le disabilità più pesanti, quelle generalmente collocate con chiamata numerica, esistono ora agevolazioni fiscali più rapide e consistenti rispetto a prima. Anche qui, bisognerà vedere se il processo funziona o meno. Concludendo, possiamo dire che è vero che queste modifiche sono rilevanti e destano preoccupazione presso alcune federazioni e associazioni, ma non dimentichiamo che tutto questo ha un’origine ben precisa: abbiamo una Legge che il mondo ci invidia e non siamo mai riusciti a rispettarla. Questo, a nostro avviso, non va dimenticato. Ancora grazie per l’apporto e per seguirci!

  3. Solo seri controlli e rispetto delle regole potrebbero esserci d’aiuto; controlli che dovrebbero seguire il lavoratore invalido anche durante la vita lavorativa. La chiamata non importa che sia numerica o nominativa se le assunzioni tramite la 68/99 oramai sono casa rara…..quello che importa che una “chiamata” ci sia!

    • Caro Luigi,
      sicuramente il punto da te sollevato è vero: se ci fossero più controlli, la Legge sarebbe migliore di com’è stata fino ad oggi. Vediamo ora se le recenti modifiche avranno il potere di riportare a galla lo spirito della Legge 68/99.

      Cordiali saluti dallo staff di Jobmetoo

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