Adoro il teatro, la capacità di poter recitare diversi ruoli, diverse sere durante l’arco dell’anno, con una platea sempre nuova e che vedi di persona: a differenza della TV capisci subito se il pubblico è coinvolto, se si sta annoiando o se applaude spontaneamente. “Sentire” il teatro è un altro aspetto unico di questo mezzo di comunicazione: stare scalzi sul palco ti fa vivere un’esperienza di recitazione più coinvolgente, ti fa sentire al centro del palco e della scena, in quanto la soddisfazione del pubblico dipende da te.
Anche da spettatore il teatro regala forte emozioni: un’acustica reale, priva di strumenti di filtro, le scenografie e le musiche dal vivo, i vicini di posto che condividono le emozioni del momento.
E la disabilità? Come si integra la disabilità con il teatro? ACT – ACcessible Theatre – ha deciso di viverlo in prima persona. In che modo? Diciamo prima cos’è ACT: è un laboratorio di lettura accessibile per il teatro e tecniche attoriali, rivolto alla persone ipovedenti e non vedenti. Sul palco, ad esempio nella rappresentazione dell’opera “Io provo a volare” di Domenico Modugno, sono saliti attori ciechi nelle vesti dei personaggi descritti dal compianto regista e cantante italiano.
“Leggere in modo nuovo” afferma Berardi, talentuoso giovane attore non vedente “permette di poter essere a passo con gli altri. Le nuove teconologie, come l’e-book, permettono ad un attore di entrare nella parte velocemente e di facilitare l’inclusione nel fantastico mondo della recitazione teatrale”.
Un’iniziativa da premiare e seguire con attenzione, non solo per la particolarità della stessa, ma soprattutto per la bravura dei rappresentanti e la passione per il loro lavoro.
Fonte: Fondazione TPE