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“La libertà è poter esprimere sé stessi”

Penso che in questa espressione sia racchiuso un gran senso di civiltà: quante regole da seguire, limiti imposti, direzioni da percorrere, errori da evitare o limitare. Sono tutti “binari” che potrebbero limitare la nostra persona, le nostre espressioni, il nostro essere.

Oltre alle condizioni sociali imposte, ne esistono degli altri che non dipendono dalla persona, come la disabilità: non si può scegliere di nascere biondo, alto e con gli occhi azzurri così come non si può scegliere di nascere con una disabilità. Alcune disabilità sono fortemente limitanti nell’espressione del proprio io, il ché confina la persona in un ambiente sociale non sviluppato e circoscritto. AIDA e Simone Soria sono partiti da un semplice e potente concetto per sviluppare la loro idea: rendere le persone con disabilità autonome.

Facemouse, nella sua semplicità la sua forza

Così, l’Ing. Soria (come si fa chiamare, anche scherzosamente, nel sito della Onlus AIDA da lui fondata) e il suo team hanno dato vita ad un software che permette di poter usufruire di qualsiasi programma su un PC: Facemouse infatti si basa su un software di riconoscimento facciale ed una webcam. Tutto qui. Installato il software, effettuato il riconoscimento del viso e scelto quale parte del nostro volto fungerà da mouse (ad esempio il naso o il labbro inferiore), si è completamente autonomi nella gestione del PC, dai programmi e applicazioni comuni come Facebook a quelli di grafica avanzata.

Anche il programma televisivo Le Iene si è occupato del software, mettendo in mostra la facilità di settaggio ed utilizzo di Facemouse, andando anche oltre e dando voce alle persone che lo utilizzano. L’Ing. Soria non si ferma qui, parleremo a breve dei prossimi progetti in cantiere.

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

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