Conosco Martina Gerosa, urbanista e Disability Manager, da molti anni e con grande piacere la ospitiamo nel blog di Jobmetoo.

Iniziamo col botto: raccontaci il progetto Passin!

PASSin – PAccessibilità Sensibilità Semplicità per l’inclusione – è uno spazio del web (accessibile!) in cui si raccolgono eventi e notizie dedicate in particolare alle persone con disabilità sensoriali, della vista e/o dell’udito. Sul sito www.passin.it , la pagina Facebook e gli altri canali social si trovano informazioni utili su dove e come vedere un film con sottotitoli e audio-descrizioni piuttosto che visitare un museo o un luogo turistico grazie a piccoli e grandi strumenti per l’abbattimento di barriere invisibili, non meno insidiose di scale e ripide rampe.

Chi sono i fondatori e perché nasce questo progetto

PASSin è nato dall’intuizione di Sadri Faslliu, un giovane informatico che, partecipando ad uno spettacolo teatrale accessibile grazie ai sovratitoli, ha pensato che di iniziative simili non aveva mai sentito parlare. Condividendo il suo pensiero, Fabio Calarco, Cecilia Viganò, Nicola Rabbi e Martina Gerosa hanno deciso allora con Sadri di crearlo con la cooperativa Accaparlante, portando ciascuno il proprio specifico contributo, da esperti di IT, giornalisti, artisti, e, ovviamente, conoscendo il mondo dell’accessibilità e dei progetti inclusivi.

Il logo del portale PASSin
Il logo del portale PASSin

E PASSin nasce anche grazie ad Expo: spiegaci come

PASSin stesso è stato generato da Expo 2015, in quanto è stato possibile avviarlo grazie a un piccolo contributo erogato attraverso a un bando del Comune di Milano, uscito in occasione di Expo, finalizzato al miglioramento dell’accessibilità dei servizi a favore delle persone con disabilità sensoriali e all’abbattimento delle barriere alla comunicazione.

E cosa lascia Expo a Milano secondo te?

È troppo presto per poter fare un vero bilancio di ciò che l’esposizione universale lascia alla città di Milano. Ma sicuramente la consapevolezza che “si può fare” anche in un contesto come quello milanese in cui tante energie erano presenti, ma “imbrigliate”. In occasione di Expo esse hanno potuto fluire e generare innovazione e cambiamento. Ora ci sarà bisogno di molta vigilanza e cura perché il sito dismesso venga ri-utilizzato nel migliore dei modi.

Sempre su Milano, premiata per l’accessibilità: una tua valutazione

La Città di Milano è stata sì premiata a livello europeo, ma ha ancora moltissima strada da fare per diventare una metropoli veramente accessibile, inclusiva, quindi realmente fruibile da tutti. Ci sono segnali positivi, ma ripeto, siamo solo al principio di un processo complesso e lungo, si pensi alle barriere architettoniche. Perché non iniziare dalle cose più semplici tipo rendere obbligatorio a tutti gli URP di gestire le comunicazioni con sistemi multicanale che prevedano oltre che il telefono, mail, chat eccetera?

Da Disability Manager, quanto si dovrà attendere per avere un riconoscimento legale?

Chi lo sa. Siamo in un Paese improntato da logiche quantomeno corporativistiche, politiche e territoriali e non sempre scientifiche…ergo… Mi fermo qui perché il discorso sarebbe troppo complesso e lungo per poterlo sviluppare in una manciata di parole. Intanto siamo chiamati ad agire a tutti i livelli, dal canto mio a promuovere la cultura della diversità, della disabilità e dell’accessibilità, affinché i temi vengano affrontati nella logica del mainstreaming in tutte le politiche.

Martina, le tue passioni?

Andare per i monti, cucinare piatti prelibati anche della tradizione tedesca da cui provengo e dedicarmi alle persone amate e agli amici vecchi e nuovi. Sono sempre in movimento, preferibilmente a piedi o in bicicletta o in treno, impegnata quotidianamente in mille azioni per promuovere un clima di maggior solidarietà sociale nel rispetto di ogni differenza, un ambiente più bello, salutare e vivibile e per abbattere ogni barriera, in primis culturale.

Ops, abbiamo dimenticato quasi la tua disabilità! Rimediamo ora e andiamo oltre: tu sei sorda e professionista nella disabilità. Qual è il filo comune a tutte le persone con disabilità?

Sono di origine italo-tedesca, laureata in architettura, urbanista di specializzazione, formata nella realtà oltre che sui banchi universitari come disability manager, ma prima di tutto sono moglie e madre. Poi sono anche una persona con grave disabilità uditiva dalla nascita, ben compensata grazie a tecnologie e innanzitutto grazie all’amore e alla dedizione dei miei genitori e di tutti coloro che mi hanno sostenuta da bambina, che mi hanno cresciuta facendomi percepire il deficit uditivo come una delle tante fragilità e diversità possibili.

Per chiudere: La Convenzione UN: a che punto è della sua vita?

Dalla carta alla realtà, dalle parole alle azioni, dalle leggi alla loro realizzazione c’è sempre uno iato, ma in fondo è questa la sfida da affrontare, per cui siamo chiamati tutti come cittadini, ma in primis noi che viviamo sulla nostra pelle le conseguenze di un deficit, quindi nonostante tutto andiamo avanti avendo sempre nella mente il motto della Convenzione stessa: “nulla su di noi senza di noi”!

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

2 Commenti

  1. Sono la mamma di un ragazzo di 27 anni affetto dalla Sindrome di Williams, una malattia genetica rara. Keivan, questo è il nome di mio figlio, ha una diversa abilità intellettiva. Ha la necessità di avere un lavoro semplice perchè la capacità di comprensione è un po’ lenta, ha grandi capacità relazionali. E’ molto simpatico ed empatico. Anche lui avrebbe diritto ad un lavoro.
    Voi nn vi occupate di disabili intellettivi?
    Avreste voglia di avviare, se già nn lo fate, anche questa fetta di lavoro?se volete ne potremmo parlare. Da un po’ di tempo io,presidente AISW Piemonte V.A.e Marta, informatica e volontaria di un’associazione di disabili, stiamo raccogliendo informazioni in questo ambito.
    Grazie dell’attenzione
    Rita Guglielmi

    • Gentile Rita,
      grazie per il tuo commento.
      Jobmetoo si occupa di tutti i tipi di disabilità: puoi pertanto accedere al nostro sito http://www.jobmetoo.com ed effettuare la registrazione per tuo figlio; ti consigliamo di completare tutti i campi al fine di avere un profilo completo ed essere facilmente trovato dalle aziende.
      Inoltre, per eventuali collaborazioni con la tua associazione e quella della tua amica, puoi scrivere a info@jobmetoo.com e saremo lieti di trovare la migliore soluzione per entrambi.
      Grazie.
      Buona giornata.

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