Sicilia

Anche se addetto ai lavori, come fondatore disabile di Jobmetoo, e consapevole di quanto sia ricca, anche in senso finanziario, la nicchia (che poi tanto nicchia non è) del mercato della disabilità, ammetto di aver avuto un moto di stupore dando un’occhiata ai dati sul turismo accessibile: nel 2012 il turismo accessibile valeva 800 miliardi (miliardi, non milioni) di euro e occupava nove milioni di persone, molte delle quali con disabilità. E proprio nell’articolo ritrovavo Bernadette Lo Bianco, esperta e docente di Turismo accessibile, e le ho proposto di affrontare insieme il tema.

Bernadette Lo Bianco

Bernadette, una breve presentazione per i nostri lettori!

Nata a Catania, classe 1973, sono docente di Tecnica di Accoglienza Turistica, e membro ENAT (rete europea per il turismo accessibile). Presidente dell’associazione “Sicilia Turismo per Tutti” ed esperta in Cerimoniale e Protocollo Nazionale ed Internazionale e di Turismo, collaboro assiduamente con Roberto Vitali, fondatore e presidente di Village 4 All. La mia attività ha come obiettivo principale quello di aggiungere e completare l’offerta turistica della Sicilia al fine di far garantire un’Accoglienza Turistica davvero “per tutti”.

Con il progetto Siracusa Photo Tour per tutti il focus – è il caso di dirlo! – era la macchina fotografica: sei appassionata di fotografia?

Non sono una brava fotografa, ma sono appassionata “delle fotografie”, soprattutto quelle che raccontano il turismo in ogni sua sfaccettatura.

Qual è la situazione come fruibilità dei luoghi di interesse turistico nella tua meravigliosa Sicilia?

Naturalmente l’accessibilità totale, in Sicilia come in ogni altro posto, non esiste. Ad ogni modo, in questi ultimi anni, grazie all’opera di sensibilizzazione che sto portando avanti anche grazie alla mia associazione “Sicilia Turismo per Tutti”, sono stati fatti grandi passi avanti al fine di rendere fruibili a “tutti” quanto più possibile i vari luoghi di interesse turistico e culturale. Nella mia città, Siracusa, ad esempio, il centro storico, i musei ed il parco archeologico sono accessibili a tutti, sia alle persone con disabilità sensoriali (grazie alle visite guidate in LIS), sia alle persone con disabilità motorie. Molto abbiamo fatto, ma tanto c’è ancora da fare: ci stiamo lavorando.

Teatro greco di Siracusa

E gli operatori come si pongono rispetto ai bisogni della persone con esigenze speciali?

Fino a pochi anni fa, prima che iniziassi questo percorso, purtroppo gli operatori del settore non avevano consapevolezza di questo settore del turismo e, di conseguenza, non prestavano molta attenzione al grado di accessibilità dei servizi offerti. Dopo aver incontrato le diverse province siciliane, aver fatto capire che il turismo per tutti è pur sempre turismo e che anche le persone con esigenze specifiche hanno il diritto di viaggiare come chiunque altro, finalmente gli operatori del settore si sono avvicinati a questo target di mercato. Sicuramente un elemento che ha contribuito a far capire tutto ciò sono stati i risultati che la mia opera di sensibilizzazione ha prodotto: un numero sempre maggiore di turisti con esigenze specifiche ha scelto Siracusa e la Sicilia come meta delle proprie vacanze, attirati dalle numerose iniziative a loro rivolte, grazie anche al lavoro di sinergia con le realtà turistiche locali che ha portato alla progettazione di un’offerta turistica integrata.

Logo Sicilia per tutti

Qual è la tua giornata tipo?

Sono una docente di accoglienza turistica. La mattina, quindi, insegno ai ragazzi dell’istituto alberghiero “Alfio Moncada” di Lentini. Nel pomeriggio, insieme ai mie collaboratori di “Sicilia Turismo per Tutti” elaboriamo iniziative nell’ambito del turismo e della cultura accessibile per il territorio siciliano; incontro le varie associazioni di persone con esigenze specifiche per confrontarmi e per progettare insieme a loro itinerari ed eventi che possano essere fruibili a tutti. È importante anche il confronto con le realtà turistiche locali per stabilire in collaborazione gli obiettivi da raggiungere.

Quali sono le maggiori difficoltà nel conciliare, in ambito di progettazione accessibile, le esigenze di turisti che hanno disabilità molto differenti?

In realtà, non ci sono delle vere difficoltà nel conciliare le varie esigenze specifiche dei turisti. Una cosa è importante nel lavoro di progettazione: confrontarsi con le varie disabilità (sordi, ciechi, persone con difficoltà motorie, celiaci, anziani, mamme con bambini piccoli, ecc.) e capire realmente di cosa hanno veramente bisogno nell’ambito del turismo e della cultura. Solo così si può riuscire a creare veramente un’offerta turistica adeguata. È importante, inoltre, conoscere e far conoscere il territorio, affinché si possa garantire la piena accessibilità alle persone con esigenze speciali. Anche queste ultime devono essere in grado di avere libertà di movimento in una destinazione turistica, devono avere indipendenza nella scelta e, soprattutto, devono avere le stesse opportunità di fruizione di tutti gli altri turisti. Solo così si potrà garantire un turismo davvero per tutti. Le parole-chiave per una corretta progettazione sono: responsabilità, sostenibilità, informazione, formazione, universal design ed innovazione.

Raccontaci di come hai vissuto la prima conferenza sul Turismo accessibile in Europa organizzata dalla UNWTO.

È stato un grande onore partecipare come relatrice al 1° convegno internazionale sul turismo accessibile di San Marino. Mi sono potuta confrontare con le maggiori realtà europee di turismo accessibile e, soprattutto, è stato molto importante far conoscere ai maggiori esperti europei di turismo accessibile il progetto “Siracusa e Noto anche in Lingua dei Segni”. Questa esperienza, inoltre, mi ha dato l’opportunità di far apprezzare la mia Sicilia, ed in particolar modo Siracusa e Noto (città Patrimonio Unesco), anche come mete turistiche accessibili.

Conferenza mondiale Turismo accessibile a San Marino

Alla fine dei lavori, ci si lascia sempre con degli intenti: quali sono stati?

L’importante non è quello che si è fatto, ma quello che ancora c’è da fare: bisogna sempre lavorare per far sì che qualsiasi luogo di interesse artistico, culturale e turistico sia fruibile a 360°. La mia più grande ambizione: far diventare la Sicilia un polo di eccellenza per il turismo per Tutti.

Cosa può portare un lavoratore con disabilità nel turismo accessibile? E quali sono le criticità da affrontare secondo te?

Ovviamente, bisogna differenziare le varie disabilità. Una persona disabile che non ha problemi a relazionarsi con gli altri, può tranquillamente dare il suo valido ed importante contributo nell’ambito del turismo in generale, non solo di quello accessibile. Ci sono persone sorde, ad esempio, che gestiscono alberghi o ristoranti senza alcun problema o persone con disabilità motorie che sono a capo di aziende turistiche. La criticità maggiore è costituita dalla difficoltà che hanno molti di superare le barriere culturali e le diffidenze nei confronti delle persone con esigenze specifiche. Non pensare a priori che non sono in grado di fare questo o quell’altro, ma dare loro una chance come ad ogni altra persona: potrebbero stupirci!!

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

2 Commenti

  1. ci fossero persone che la penserebbero cosi anche nel mondo del lavoro non saremo visti come peste quando si chiede un lavoro, comunque bellissima idea bravi.

    • Ciao Massimiliano,
      grazie per il tuo commento.
      Jobmetoo crede fortemente nelle persone disabili e categorie protette e nelle loro capacità e competenze.
      Il tuo commento ci stimola ulteriormente nel perseguire il nostro obiettivo: diffondere la cultura della persona disabile all’interno della società.
      Grazie.
      Buona giornata.

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