Abbiamo già trattato sul Blog Jobmetoo temi legati al mondo dello spettacolo: dal teatro con attori disabili al ballo delle debuttanti con una ragazza con la sindrome di down. Oggi affrontiamo un ulteriore tema, quello della bellezza pura, quello delle Miss.

In Italia “Patron Mirigliani” ha inventato il concorso: partendo dal basso, dalle piazze della nostra nazione, faceva salire sull’ambito palco le bellezze locali; le fasce a cui si poteva accedere (cioè vincere) erano (e sono tutt’ora) diverse: Miss Cinema, Miss sorriso… Le vincitrici partecipavano al concorso nazionale a Salsomaggiore Terme nel periodo post estivo, normalmente i primi di Settembre (il chè definiva anche la fine televisiva e sociale dell’estate).

denny-mendez

Ci sono state molte polemiche l’anno in cui, nel 1996, Denny Mendez vinse il concorso italiano: per la prima volta una ragazza di colore si aggiudicava lo scettro di più bella d’Italia. Il malumore nazional-popolare fu riversato nel concetto che una ragazza di colore non poteva rappresentare l’Italia; non addentrandoci oltre nel merito, la Mendez negli anni successivi dimostrò il suo valore, oltre alla sua bellezza, partecipando a numerosi programmi televisivi e fiction nazionali.

In Francia, per l’edizione del 2015, tra le Miss in concorso era presente anche una ragazza disabile, su sedia a rotelle: Laurana Duhamel è una bellissima ragazza bionda di 22 anni che da circa due anni si ritrova sulla carrozzina a causa di un incidente stradale.

Laurana aveva già provato nel 2013 ad accedere al concorso, ma fu scartata; l’anno successivo era pronta a candidarsi, ma l’incidente segnò la sua vita; nel 2015 la tenacia la porta a insistere e tentare nuovamente.

Purtroppo Laurana non ha vinto il concorso, ma ha portato a casa degli altri successi: la possibilità di partecipare ad un concorso nazionale in competizione con ragazze normo dotate e dare fiducia alle persone che si ritrovano nella sua condizione.

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

2 Commenti

    • Ciao Antonio,
      grazie per il tuo messaggio.
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