Il disabile che lavora è un protagonista della società

Avete mai visto una persona disabile al lavoro? Mi piacerebbe conoscere la vostra esperienza in merito. Personalmente sono fortunato, ho spesso lavorato con persone disabili in ufficio o in generale in azienda: sicuramente dipende dal carattere e dal tipo di lavoro, ma tutte le persone disabili con cui ho lavorato avevano una stella negli occhi. Quella stella che indica la loro passione per ciò che stanno svolgendo, la caparbietà e la precisione con cui portano a termine il loro lavoro.

Un PIL nascosto: la persona disabile che non lavora

Indotto Infografica Jobmetoo

L’Italia è il paese del turismo: potrebbe attingere a tale risorsa a vita e ne trarrebbe sempre vantaggio, economico e culturale.

In questo settore la presenza delle persone disabili si fa sentire in maniera più profonda: viaggiare è un’esperienza di vita e un modo per conoscere il mondo. Dall’infografica Jobmetoo si può notare come nel 2011 le persone disabili che hanno effettuato un viaggio sono state circa 140 milioni e si stima che nel 2020 saranno 155 milioni.

Inoltre, l’indotto nel 2012 è stato di 800 miliardi di euro, una cifra enorme che potrebbe risolvere numerosi problemi economici del bel paese. Ma a ben pensare, se tutte le persone disabili viaggiassero , tale cifra sarebbe molto superiore, di almeno due o tre volte a quanto stimato: una consistente cifra che corrisponde ad una percentuale rilevante del PIL italiano. Un indotto non utilizzato per numerosi motivi, primo fra tutti una cultura centrata sulla persona normodotata e luoghi poco accessibili alle persone con mobilità motoria.

Un cambio di cultura è un passo avanti per l’Italia e per gli italiani, una svolta da avviare per il bene di tutti.

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

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