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Swiftkey è una applicazione per mobile che facilita l’inserimento di parole e frasi nelle comunicazioni, in particolare nei sistemi di messaggistica istantanea. Nei suoi primi mesi di vita il download prevedeva un costo da parte dell’utente, da un anno a questa parte invece l’utilizzo è totalmente gratuito: questa mossa ha permesso di poter raggiungere un grosso numero di utenti, sia su piattaforma Android che su iOS.

La diffusione della tastiera virtuale ha attirato l’attenzione di Microsoft che non si è fatta sfuggire l’occasione e ha offerto 250 milioni di dollari per l’acquisto. Perchè tanto interesse nei confronti di questa tecnologia? Cosa si cela dietro questo imponente utilizzo?

Hawking e Swiftkey: una storia di successo

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L’interesse nella tecnologia sta nel potenziale che la stessa può sviluppare e per la diffusione che può raggiungere. Infatti, l’astrofisico britannico Stephen Hawking è stato coinvolto nello sviluppo del riconoscimento dei gesti, non solo delle mani o delle dita, nel suggerire, o meglio anticipare, le parole o frasi da digitare e inserire in un testo.

Dal test condotto con Hawking i risultati sono sorprendenti: la tecnologia riconosce le intenzioni dello scienziato e propone ciò che si vuole scrivere, ciò che l’astrofisico intende, facendo risparmiare tempo prezioso nelle comunicazioni, sino a valori del 30%.

Dai dati generali, Swiftkey dichiara un risparmio di tempo pari a 100 mila anni in digitazione: il grande bacino di utenza che utilizza la APP, circa 300 milioni di utenti, dà un contributo costante allo sviluppo della stessa, in particolare in ambito sociale; inoltre, l’idea nativa di realizzare la APP per persone con disabilità, permette di includere nel mondo della comunicazione a 360 gradi anche persone che finora ne sono rimaste escluse.

Una tecnologia, basata sui bisogni delle persone con disabilità, risulta utile, se non indispensabile, a tutti.

Fonte: La Repubblica

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

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