Si è abituati alla condizione che siano le persone disabili ad adattarsi all’ambiente esterno, all’ambiente che si vive giornalmente, costruito per le persone definite “normodotate”.
Con un po’ di attenzione si nota che per raggiungere piani sopraelevati non si costruiscono rampe utilizzabili dalle persone costrette sulla sedia a rotelle, ma si realizzano direttamente delle scale; il cinema o la TV, media basati sull’immagine, non diffondono i loro programmi o film con sottotitoli, ma questi sono degli “optional”, delle funzioni da attivare o richiedere; le auto, mezzo di trasporto preferito dal popolo italiano, non sono affatto costruite per persone con disabilità, ma queste devono effettuare uno specifico ordine per avere una vettura adatta alle loro caratteristiche.
Potremmo continuare negli esempi, ma ci fermiamo qui. Pensiamo adesso ad un mondo diverso, un ambiente basato sulla disabilità: come sarebbe?
Questo è l’esperimento realizzato a Istanbul, il cui protagonista, ignaro di ciò che è stato organizzato, è un ragazzo non udente che si appresta ad affrontare una giornata a lui dedicata. Infatti, le persone con cui interagisce scambiano con lui dei messaggi nel suo linguaggio, quello dei segni: non è più lui a doversi adattare all’ambiente, ma è il contesto che si è adattato a lui.
Una situazione diversa che dovrebbe essere la normalità e la commozione finale è l’evidenza della gratitudine e soddisfazione che il ragazzo riscontra nei suoi confronti: un mondo su misura per lui!