Una delle intelligenze con cui i bambini si confrontano giornalmente è quella relazionale: a scuola non sono giudicati esclusivamente sulle loro capacità di calcolo o di lettura, ma anche per la loro attitudine a socializzare con i compagni. Questa intelligenza è in parte insita nella propria persona, è condizionata dall’ambiente in cui si vive e infine fa parte anche dall’apprendimento. Ma chi non può apprendere questa capacità, come potrà relazionarsi con gli altri? Questo è il caso dei bambini affetti da autismo.
Il progetto RODDI e lo sviluppo delle relazioni
Il progetto RODDI (New Robotic Platform for Rehabilitation of Children with Pervasive Developmental Disorders and Cognitive Impairments) è nato diversi mesi ed è stata prorogato sino al 30 Maggio 201. In cosa consiste? Riprendendo le parole del dot. Paolo Meucci
“Il progetto RODDI si focalizza sullo sviluppo di una piattaforma gioco che possa essere utilizzata nella prospettiva di studiare in maniera multidisciplinare il problema della relazionalità dei bambini affetti da autismo con deficit cognitivi di livello moderato o grave“
Proprio per la natura della malattia, i bambini affetti da autismo non posseggono (e non sviluppano) l’intelligenza relazionale: vivono e costruiscono un loro mondo, con delle loro regole sociali e di approccio con il prossimo. Uno studio che aiuterà queste giovani persone a vivere a pieno l’ambiente in cui sono inserite, ad essere serene e diventare parte fondamentale della comunità.
Fonte: 24 Ore News