Quando una persona famosa o popolare sponsorizza un prodotto, i consumi di quest’ultimo aumentano: un transfer fans/personaggio-famoso si instaura attivando la parte emozionale del rapporto, in un legame che porta a pensare, in maniera inconscia “se questo prodotto è utilizzato dalla persona famosa che io stimo, vuol dire che è un prodotto buono, lo voglio anch’io!“.
Questa regola è ben nota ai pubblicitari che sfruttano il transfer su descritto per poter aumentare le vendite e dare un “trust” al prodotto/servizio da sponsorizzare: oggi (ma anche ieri) vediamo in TV numerosi testimonial (come vengono chiamati) che associano la loro immagine ad un brand: Bruce Willis con Vodafone, Valentino Rossi con Fastweb, George Clooney con Nespresso, Rita Ora con Tezenis….e molti altri.
L’associazione è così forte che non viene utilizzata solo per vendere, ma anche per sensibilizzare: tante volte avviene in modo diretto, si veda il caso di Checco Zalone per la ricerca, altre volte in maniera più indiretta, nascosta, celata, senza loghi in vista o immagini forti.
La scorsa settimana si sono svolti i Golden Globes, importanti riconoscimenti nel panorama holliwoodiano, un’anteprima degli Oscar: una parata di stelle, di attori e personaggi che ruotano intorno al cinema americano. A premio assegnato, l’attore sale sul palco e pronuncia il suo discorso: ringraziamenti, sacrifici e riconoscimenti sono le tematiche principali. Non questa volta per Meryl Streep che, salita sul palco per ritirare il premio, ha voluto ricordare le radici delle persone oggi famose e benestanti. Colleghi e attori che hanno origini svariate: dall’Italia all’Africa, dal Sud dell’America ai paesi asiatici. L’unicità delle persone non deve essere una discriminante di isolamento, ma un valore aggiunto, dovuto alla cultura e al background diverso che portano con sé: un ricco bouquet di esperienze e punti di vista che aumentano la sensibilità e l’inclusione dei nostri fratelli e sorelle nati in altre realtà.
https://youtu.be/i4nyLTwy26c
Fonte: Wired