pazzi

Avevamo già parlato del bel progetto Integr@lavoro (cit) quale realtà che sta contribuendo a diffondere una visione diversa del disagio psichico. È in arrivo un’altra interessante iniziativa per il 20 giugno: in collaborazione con il Programma Innovativo Regionale dell’ASST Fatebenefratelli – Sacco, Integr@lavoro presenta lo spettacolo “Matti da Lavorare”, organizzato dalla Cooperativa Il Seme, presso il teatro Elfo Puccini di Milano (in Corso Buenos Aires 33) alle ore 21.00. La serata vedrà la partecipazione, tra gli altri, della neo costituita associazione Art up (Facilitatori Arte e Salute).

La cooperativa sociale “Progetto il seme Onlus”, non nuova a queste iniziative, sviluppa progetti per favorire l’occupazione lavorativa e l’evento di quest’anno prende spunto dall’esperienza maturata dalla cooperativa durante l’inserimento lavorativo di alcune persone con disagio mentale. Il  titolo “Matti da lavorare”, che si ispira volutamente al noto “matti  da  legare”, intende sottolineare come le persone con disagio mentale possano essere riabilitate, inserite socialmente e lavorativamente.

Sul  palco Livia  Grossi,  giornalista  del  Corriere  della  Sera,  che  cura  la  direzione  artistica  e  Lucia  Vasini,  attrice,  conducono  lo spettacolo dove si esprimeranno momenti di contenuto socio-culturale sul tema. Tra le performance degli artisti,  alcuni,  tra  operatori  dell’area  medica  e  sociale  e  utenti  “riabilitati  e  inseriti”  cercheranno  di sciogliere il pregiudizio e lo stigma che generano emarginazione e discriminazione verso questa categoria di persone e nel contempo sosterranno il lavoro come strumento riabilitativo e di inserimento sociale per uscire dal buio e dalla malattia.

Slogan della serata è lo stesso coniato dall’OMS “Non c’e salute senza salute mentale”.

E’ possibile scaricare qui la locandina dell’evento.

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

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