Oggi… Intervista!

Già, perché è bello rispondere alle domande ma anche farle a persone interessanti, come Marta Pellizzi, alla quale restituisco un favore: fu lei, alcuni anni fa, ad intervistarmi nel suo blog davvero originale.

TrueRealities

Età, dove vivi, cosa fai nella vita?

Mi chiamo Marta Pellizzi, ho 25 anni e vivo a Imola. Il prossimo anno mi laureerò in Scienze e tecnologie della comunicazione presso l’Università degli Studi di Ferrara. Nella vita mi dedico soprattutto allo studio: miro sempre a dare il massimo in questo ambito. Per il resto, se mi rimane tempo e forza, mi dedico alla scrittura. Ho scritto molti articoli in passato e ho anche autopubblicato un libro dal titolo “Quella che ero e Quella che sarò” in cui racconto la mia storia da “sopravvissuta” al tumore.

 

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Raccontaci ora del tuo progetto attuale…

La mia passione è anche lo studio e a partire da questa mia dedizione ho potuto riflettere su quanto tale percorso sia importante per il futuro, non solo il mio. Lo studio è parte fondamentale di ogni individuo: metà della nostra vita la passiamo a scuola ed è da qui che iniziamo a essere individui e a prepararci a essere lavoratori e imprenditori anche di noi stessi. Il progetto che ho ideato si chiama “StudiareAccessibile” e vuole essere un modo per colmare le carenze che in Italia, verso le persone con disabilità, esistono. Si tratta di un luogo virtuale che si occuperà di molti temi legati al mondo dell’istruzione e della disabilità. Vorrei creare l’unione tra due mondi che spesso sono distanti e che in pochi trattano qui nel nostro Paese. StudiareAccessibile diventerà un sito, un luogo di riferimento ove trovare informazioni e poter leggere storie di ragazzi che ce l’hanno fatta a concludere il proprio percorso di studi. Punterò molto sulle “storie” dei ragazzi: credo sia fondamentale poter leggere in altri le nostre difficoltà e convincerci che possiamo farcela anche da soli a portare avanti i nostri obiettivi in ambito scolastico. Spesso la persona con disabilità, proprio perché “disabile”, è convinta che la scuola e lo studio siano meno rilevanti o che questi non siano una priorità nella propria vita. Questa concezione è in effetti sbagliata e deriva da limitazioni che la società ci impone attraverso il pregiudizio o che – addirittura – sono imposte dalla famiglia stessa. Quindi, StudiareAccessibile è una nuova frontiera da cui nasceranno ulteriori stimolanti iniziative e quel punto di partenza per una individuale rivalutazione delle proprie aspettative.

Dove vuoi arrivare con StudiareAccessibile? La tua vision?

Sono ancora all’inizio e devo dire che già in parecchi hanno espresso il loro interesse in questo neo-progetto. Il primo obiettivo è quello di creare contenuti interessanti per il sito già on-line e che può essere visitato all’indirizzo www.studiareaccessibile.it. Il lancio ufficiale sarà in autunno, ma non escludo che possa lanciare prima il sito completato. Sicuramente questi mesi saranno di lavoro intenso, ma ho già riflettuto su come vorrei che questo progetto fosse. Dopo il lancio mi premurerò di raggiungere nuovi obiettivi: creare una Web TV, una App, fare convegni o incontri sul tema, collaborare e lavorare fianco a fianco con gli studenti e molto altro. Vorrei – inoltre – portare la tecnologia in questo ambito e farò raccontare le principali problematiche o esperienze positive agli utenti attraverso dei mini-video che costituiranno il materiale audiovisivo del sito. Darò molta importanza a temi come la “didattica accessibile” e alle “tecnologie per lo studio” e, ancora, alla tecnologia in generale e all’interazione sui social. Aprirò una finestra su problematiche rilevanti attraverso l’uso ottimizzato della tecnologia e dei social network, porterò questa frenetica contemporaneità in un mondo ancora poco esplorato che deve essere pian pianino sostenuto e condiviso. Cercherò di fare del mio meglio anche per rendere accessibili i contenuti del sito e fruibili da tutti quanti.

Sappiamo che sei molto sensibile ai temi come la moda e lo sport. Perché?

Sono interessata a ogni ambito e tema che possa alzare la qualità di vita delle persone con disabilità. Ho sempre parlato di opportunità, accessibilità e questo vale anche per lo sport e la moda. Tempo fa avevo anche lanciato un progetto sulla “moda e sull’abbigliamento accessibile”, ma come tutte le cose che non riscuotono successo, anche questa è finita alla deriva. Ora voglio trattare a pieno il nuovo progetto e a fare di questo una grande opportunità imprenditoriale.

Marta, raccontaci la tua giornata tipo!

La mia giornata tipo? Ultimamente sono in “ritiro da studio”, ma quando il tempo e le persone che devono accompagnarmi me lo consentono, esco e guardo il mondo. Mi piace il silenzio, la tranquillità e nella mia solitudine trovo le idee più disparate. Alla fine la mia vita è così e non vedo l’ora di laurearmi per dare un nuovo senso al trascorrere del tempo.

E infine, spiega a tutti noi come vivi la tua disabilità.

Durante questa intervista non ho specificato che sono ipovedente e avrei lasciato proprio alla fine la descrizione del “come vivo la disabilità”. A causa di un tumore sono diventata ipovedente e – devo proprio dirlo – negli ultimi anni non sono stata molto fortunata. Il tumore non mi ha mai lasciato in pace e ho avuto molti momenti difficili. Ho cercato, comunque, di trovare il mio senso e di trovare un senso a questa vita. All’inizio le limitazioni poste dalla disabilità sembravano farmi mancare il respiro e col tempo ho invece capito che per me tutto stava diventando naturale. Dopo l’accettazione è arrivata anche la nuova concezione della mia esistenza. Ora mi sento bene, la vista non mi manca molto e sono sicura che se non fose andata in questo modo sarei una persona come tante altre.

E tante altre saranno le persone che ospiteremo in questo blog.

 

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

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