Lucia Armano

Oggi vi presentiamo Lucia Armano, Junior Recruiter in Jobmetoo da febbraio 2014.

Ciao Lucia e benvenuta sul blog di Jobmetoo. Ci racconti un po’ di te?

Ho ventisette anni e sono di Alessandria. L’anno scorso ho conseguito la laurea magistrale in Traduzione e Interpretariato. Durante la mia carriera universitaria, ho cercato di viaggiare il più possibile: mi sono infatti trasferita prima a Milano, dove ho frequentato la laurea triennale, poi a Genova per la magistrale. Nel frattempo, ho vissuto sei mesi in Spagna grazie al progetto Erasmus e ho partecipato a diversi scambi internazionali a livello europeo. Il mio interesse per le lingue deriva dal fatto che le considero uno strumento indispensabile per permettere alle persone di arricchirsi confrontandosi con culture diverse dalla propria.

Ho scelto di lavorare in un ambito che, apparentemente, si discosta dal mio percorso di studi, ma che, come le lingue, mi dà la possibilità di stare a contatto con altri, di comprenderli ed essere loro utile: le risorse umane. L’esperienza che mi accingo a intraprendere in Jobmetoo è infatti la seconda in questo settore, che spero potrà essere la mia strada nella vita.

Per quanto riguarda i miei interessi, amo leggere, specialmente libri in lingue straniere e praticare sport, in particolare pattinaggio, equitazione e sci. Faccio parte del Comitato Giovani dell’Unione Ciechi del Piemonte, dove organizziamo attività ricreative e culturali rivolte a ragazzi nelle nostre stesse condizioni. Sono anche membro del gruppo Views Italia, ossia il partner italiano di Views, un’associazione internazionale che organizza scambi interculturali in Europa rivolti a giovani vedenti e non

Qual è la tua più grande passione?

L’hobby che ha influenzato maggiormente la mia personalità è la passione per i viaggi ed il confronto con culture differenti dalla mia. L’ho scoperta quando, a sedici anni, ho partecipato per la prima volta a una vacanza studio per il perfezionamento della lingua inglese. Da allora ho svolto vari soggiorni all’estero prendendo parte a scambi internazionali o seminari riguardanti diverse tematiche (informatica, musica, occupabilità dei disabili,  attività giovanili inclusive ecc.). Grazie a queste esperienze ho maturato una convinzione: non importa il colore della nostra pelle, la religione in cui crediamo, le diverse abitudini che abbiamo. In fondo, nella nostra interiorità siamo tutti simili e, allo stesso tempo, ognuno è diverso, o meglio, è unico

Il tuo rapporto con il mondo del lavoro sino adesso?

Credo che il modo in cui vivo il rapporto tra sfera professionale e disabilità non sia molto diverso da come vivo quello riguardo la sfera dell’istruzione, relazionale, affettiva ecc. Le difficoltà in più e i pregiudizi ci sono, ma cerco di fare del mio meglio per conviverci e superarli. Per quanto riguarda l’ambito lavorativo, posso dire di essere stata fortunata, poiché questa è la mia terza esperienza di stage in un anno e mezzo. Alcune possibilità mi sono state precluse, sia per mancanza di volontà di chi avrebbe dovuto assumermi, sia per difficoltà oggettive, sia per miei limiti personali. Me ne sono state offerte però altre, grazie alle quali ho potuto sfruttare al meglio le mie potenzialità, colmare eventuali lacune e crescere molto a livello personale e professionale

Come hai conosciuto Jobmetoo?

Sono entrata in contatto con Jobmetoo a marzo 2014 durante un convegno su lavoro e disabilità, organizzato dalla Fondazione Asphi. Mi hanno colpito molto i valori su cui questo portale si fonda e la maniera meticolosa in cui viene indagato lo stato di salute degli utenti che si iscrivono, dunque ho tenuto sempre monitorato il sito aspettando che si presentasse l’occasione giusta per entrare a farne parte

Come ti trovi nella tua nuova azienda?

Sono qui da pochi giorni e l’accoglienza è stata ottima. I colleghi si stanno dimostrando molto amichevoli ed attenti alle mie necessità, non in quanto disabile, ma in quanto persona. Ho infatti avuto modo di constatare che questa disponibilità verso l’altro sussiste nei confronti di tutti, disabili e non.

L’ambiente lavorativo è  innovativo, informale, dinamico e con poche procedure, penso soprattutto a causa del numero ridotto dei dipendenti e del breve arco di vita dell’azienda. Mi affascina l’entusiasmo e la passione che mi sembra accomunino tutti coloro che vi lavorano.

Ho riscontrato alcune difficoltà, dovute in parte alla cecità, ma in parte anche a mie lacune personali. Vedo però in tutto il team una grande volontà di superarle e di farne tesoro per il futuro

Quale aspettative avevi in fase di colloquio? Sono state confermate?

L’idea che mi ero creata di Jobmetoo, esplicitata nella risposta precedente, è stata pienamente confermata

Cosa ancora oggi manca nel mondo del lavoro per le persone disabili?

Ritengo che ci sia molto da migliorare a partire dal rapporto “scuola – lavoro”. All’interno delle università, per esempio, viene fornita assistenza agli studenti nel frequentare le lezioni e nel sostenere gli esami, mentre l’inserimento nel mondo del lavoro in molti casi è lasciato in secondo piano.

Mi sembra inoltre fondamentale effettuare un’opera di sensibilizzazione, sia lato azienda, sia lato candidati e associazioni di categoria. Se infatti le prime hanno molte paure e pregiudizi, è anche vero che sono spesso le stesse persone disabili a non far nulla affinché essi vengano superati. Molte infatti approfittano della loro condizione (vedi uso immotivato dei permessi concessi dalla legge 104) o si lasciano sfuggire opportunità per paura di doversi trasferire o di trovarsi di fronte a mansioni che non sono in grado di svolgere.

Penso quindi che la nostra missione più importante sia cercare di modificare la mentalità non solo delle aziende, ma dell’intera società, affinché i disabili acquistino fiducia in se stessi e vengano considerati innanzitutto come persone, con  punti di forza e di debolezza, senza mettere le loro problematiche al primo posto.  Se si riuscisse ad ottenere questo risultato, tutto il resto verrebbe da sé

Parlaci della tua disabilità: come la vivi, come condiziona la tua vita e in cosa rappresenta una ricchezza

Considero la mia cecità, che mi accompagna fin dalla nascita, come una sfida intrigante. Anche grazie al supporto dei miei familiari e amici, ho sempre cercato di essere il più indipendente possibile. Lavoro da diversi anni presso “Dialogo nel Buio”, un percorso che riproduce vari ambienti della vita quotidiana e che le persone intraprendono immersi nella più totale oscurità accompagnati da guide non vedenti. Questa esperienza mi ha aiutata ad accettare la mia condizione e a parlare apertamente  degli ostacoli e potenzialità che essa comporta.  Grazie alle curiosità dei visitatori inoltre, mi sono fatta un’idea più precisa su come la disabilità visiva è  considerata dai normodotati.

Penso che la cecità abbia influenzato profondamente la mia personalità: se non fossi disabile infatti sarei  completamente diversa da ciò che sono ora. Mi ha permesso di essere meno vincolata alle apparenze e di sviluppare delle qualità, prime tra tutte la resilienza e la determinazione. Ovviamente le difficoltà in più ci sono, ma ognuno ha i suoi limiti e bisogna imparare a conviverci con un sorriso, poiché nonostante questi ultimi è comunque possibile vivere una vita piena e felice.

Ritieni che il sito web di Jobmetoo offra un buon orientamento in relazione alla consultazione degli annunci?

Penso sia molto funzionale che in ogni annuncio vengano indicate le disabilità compatibili e quelle non compatibili, facendo in modo così che gli utenti non si applichino a posizioni non adatte a loro.La mia esperienza con il portale è positiva: nonostante qualche piccolo inconveniente, è tra i più accessibili della sua categoria

Hai riscontrato delle differenze che ti hanno colpito rispetto ad altri siti di offerte di lavoro? se sì, quali?

Ho riscontrato quattro peculiarità, che ritengo siano i principali vantaggi del nostro portale:

  1. Viene chiesto di fornire informazioni dettagliate sul proprio stato di salute, che in molti casi sono fondamentali per le aziende
  2. Negli annunci vengono specificate le disabilità compatibili e non compatibili, evitando agli utenti di candidarsi a posizioni non adatte alla loro condizione
  3. La maggiore accessibilità, come detto sopra
  4. La presenza del blog che, grazie alle notizie, agli spunti di riflessione e alle storie di vita vissuta in esso pubblicati, è a mio parere un ottimo strumento di sensibilizzazione, sia lato aziende sia lato candidati

Ci siamo dimenticati qualcosa? Se sì, cosa?

Ho già avuto modo di esprimere le mie idee al riguardo nelle precedenti domande. Vorrei solo aggiungere che essere qui è per me il coronamento di un sogno che possedevo fin dai primi mesi in cui mi sono avvicinata al mondo delle Risorse Umane. Considero l’opportunità di occuparmi dell’inserimento lavorativo di persone disabili come una vera e propria missione, dunque farò del mio meglio per portarla a termine nel miglior modo possibile.

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2 Commenti

  1. Ho 48 anni e da quattro anni mi è stato diagnosticato la malattia del Parkinson. Sono altresì disoccupato da circa tre anni ed essendo agente di commercio non riesco più a lavorare. E devo dire che è durissima andare avanti. Non trovo lavoro e l unica fonte di reddito é la pensione di invalidità circa 289 euro. Sono iscritto al collocamento mirato ma finora non mi è servito a niente.

    • Gentile Salvatore,
      grazie per il tuo commento.
      Jobmetoo nasce per aiutare le persone come te: in difficoltà a causa di una disabilità.
      Iscriviti al nostro sito http://www.jobmetoo.com, completa il profilo in tutte le sue parti (mettendo in evidenza la tua esperienza) e sarà più facile per le aziende trovare il tuo profilo.
      Non esitare a contattarci in caso di maggiori informazioni.
      Grazie.
      Buona giornata.

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