Jobmetoo ha partecipato, nell’ambito del programma EMERGO, ad un progetto curato dall’ENS Milano dal titolo “La tua esperienza mi insegna”. L’obiettivo dell’iniziativa non potrebbe essere reso più chiaro da questa mail ricevuta proprio dalla presidenza dell’ENS di Milano:
Il progetto “La tua esperienza mi insegna”‘ è stato fortunatamente approvato e finanziato. In breve il progetto prevede che giovani sordi mai occupati affianchino per una giornata, in qualità’ di osservatori, una persona sorda inserita da anni in un contesto aziendale. L’obiettivo è quello di far comprendere ai nostri giovani che è possibile per le persone sorde integrarsi nel mondo del lavoro grazie alla costanza, alle giuste strategie comunicative e al giusto modo di relazionarsi con gli altri e con la propria disabilità
Un progetto fantastico, il mio primo pensiero. Come rifiutarsi di partecipare?
Così, accompagnati da Salvatore Triolo, tutor anch’egli sordo delle cinque ragazze, abbiamo trascorso ore davvero istruttive e formative divise in due giornate distinte, il 26 Novembre e il 2 dicembre.
Prima di tutto ci siamo presentati e per me si è trattato quasi di un incontro familiare, vista la comune condizione della sordità: abbiamo comunicato sia in lingua verbale che segnica senza alcuna incomprensione. Le ragazze hanno poi svolto una simulazione di colloquio (anzi, un colloquio vero e proprio!) con la nostra Valeria, la quale mi ha chiesto poi di poter seguire un corso di LIS proprio per poter colloquiare meglio i candidati sordi. Un’altra soddisfazione.
Abbiamo quindi affrontato il tema-problema chiave: come lavora una persona sorda in un contesto di udenti? Ho prima di tutto ricordato alle ragazze le mie prime esperienze lavorative, poi le difficoltà incontrate nel trovare un’azienda che mi potesse ospitare e rendere produttivo; infine mi sono soffermato sull’ultima esperienza vissuta in pubblica amministrazione, quando mi fu affidata una mansione non idonea alla mia condizione di disabile uditivo.
Successivamente è nato Jobmetoo e, con esso, anche un modo di lavorare diverso, più attento alla mia disabilità uditiva. Qualche esempio concreto?
- Riunioni di breve durata con preparazione precedente (anticipare il power point, ecc)
- Necessità di ambienti luminosi e silenziosi
- Necessità di interprete LIS in quelle occasioni, come i convegni, in cui la lettura labiale non aiuta
- Importanza di comunicare in forma scritta, più o meno secondo questa regola:
- Mail che lascino anche una traccia utile del percorso del Team per comunicazioni ufficiali
- Chat per conversazioni veloci, in modo da non appesantire la posta elettronica
- Social per comunicare col Team tutto quanto non sia strettamente legato al lavoro
In questo modo, io mi sento a mio agio con il Team e anche i miei collaboratori e colleghi trovano ottimale questa modalità comunicativa.
Le ragazze hanno dimostrato passione, umiltà e voglia di crescere e lavorare,mentre Jobmetoo è stata orgogliosa di essere partner dell’ENS e del progetto Emergo in un’iniziativa che andrà certamente ripetuta!