L’italia detiene l’80% del patrimonio mondiale di attrazioni turistiche: siamo il paese che ha nel turismo il proprio cavallo di battaglia, accogliendo annualmente milioni di visitatori da tutto il mondo, con un incremento negli ultimi anni da Paesi Asiatici, come la Cina.

Per sostenere e gestire al meglio un flusso così importante di turisti, le strutture ricettive sono in costante aggiornamento, sia per quanto riguarda le richieste degli ospiti che le novità in campo “hotellerie”

In Veneto si è andati oltre, dando vita ad un accordo per l’accoglienza ottimale delle persone disabili.

Un’attenzione ai bisogni di tutti

Bisogni-di-tutti

260 strutture alberghiere venete hanno aderito al Progetto di Eccellenza per lo Sviluppo del Turismo Sociale e Accessibile al fine di rispondere alle esigenze della clientela e di quella potenziale, di cui fanno parte anche le persone disabili, spesso bloccate nelle loro abitazioni in quanto impossibilitati ad accedere a strutture terze poco o per nulla attrezzate.

Il Progetto non si limita all’intervento sulle strutture esistenti, ma va oltre: è stato infatti realizzato un percorso formativo post universitario completamente gratuito nel quale sono a disposizione ben 30 posti per lo IED di Venezia (Istituto Europeo di Design). Un’iniziativa in questo senso ha il fine di formare i futuri architetti e designer che avranno una sensibilità maggiore nella realizzazione di opere accessibili a tutti.

Tante iniziative nel presente e nel futuo, ma il ritorno? Si prevede un mercato del turismo, solo in Veneto, di 14o milioni di persone, che, con le loro necessità e richieste, porterà un incremento del PIL del 20%.

La persona disabile è una persona disposta a muoversi ed investire nella cultura: diamole l’accessibilità e ne avremo tutti dei benefici.

 

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

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