Elio Benvenuti
Elio Benvenuti

In occasione della settimana nazionale della dislessia, ho avuto il piacere di intervistare Elio Benvenuti per approfondire il tema del Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA). 

DSA è un acronimo che viene utilizzato in maniera generica quando ci riferiamo a persone con Disturbi Specifici dell’Apprendimento. 

Questo disturbo, di origine neurologica, genera negli individui dei problemi di decodifica in diversi ambiti. 

La problematica di decodifica può riguardare il linguaggio, il calcolo, la scrittura o gestione delle regole grammaticali. In questi casi parliamo in maniera specifica di Dislessia, Discalculia, Disgrafia e Disortografia

Un singolo individuo può avere difficoltà in un solo degli ambiti sopra citati oppure in più ambiti contemporaneamente. 

Questo comporta una grande difficoltà per i soggetti con DSA nella gestione di tutte le attività quotidiane e di routine: gestione economica, gestione degli orari dei mezzi pubblici, gestione della documentazione, posta elettronica, ecc. 

Elio, ci racconta come, grazie ad un rapporto molto stretto con l’Associazione Italiana Dislessia, sia riuscito a fare un grande lavoro su sé stesso per valorizzare la sua persona oltre che la sua figura professionale. 

Questo sforzo quotidiano è assolutamente comune a tutte le persone con questa tipologia di deficit che devono fare i conti, ogni giorno, anche nelle azioni più banali, con metodi alternativi ed efficaci per sopperire al deficit. 

Il fatto che una persona con DSA non abbia un deficit evidente – come può essere un soggetto con disabilità motoria o fisica – rende ancora più difficile l’interazione con gli altri soggetti e, soprattutto, la capacità di far comprendere gli sforzi che vengono fatti costantemente per superare le difficoltà stesse e poter condurre una vita come tutti. 

Un grande aiuto, soprattutto negli ultimi anni, è stato dato dalla tecnologia, sempre più presente nel quotidiano di ognuno di noi sia nel privato che in ambito lavorativo.

Elio, continua, spiegando come la tecnologia sia diventata fondamentale per permettergli di svolgere moltissime attività quotidiane riducendo al minimo gli sforzi e le difficoltà (gestione della posta, inoltro di un messaggio, ecc.) permettendogli un’interazione più semplice e diretta con gli altri soggetti.  

Oggi Elio ci racconta come, grazie alla tecnologia, riesca a svolte l’attività di consulente previdenziale presso Alleanza Assicurazioni – Gruppo Generali. 

Fino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile per un dislessico, termine a volte usato impropriamente per indicare in maniera generica le persone con DSA, svolgere un’attività lavorativa in ambito assicurativo, ma – oggi – grazie al supporto di PC e tablet, è un’attività che può essere svolta senza problemi.

Elio Benvenuti
Elio Benvenuti

Visto che si tratta di un deficit – a prima vista – impercettibile, continua Elio, non è semplice nemmeno l’inserimento in un contesto lavorativo e, per questo, è necessario  formare ed informare i referenti aziendali su come si debba iniziare l’approccio con una persona con Disturbi Specifici dell’Apprendimento. 

È fondamentale approcciare la dislessia come qualunque altro tipo di diversità; focalizzarsi sulle competenze, su ciò che in grado di fare la persona/risorsa sfruttando come punto di forza le abilità e cercare di comprendere come il lavoratore sia riuscito a trovare delle soluzioni vincenti.

Allo stesso tempo però, è opportuno  che la persona con DSA giochi “a carte scoperte”; parlando delle proprie difficoltà, ma anche e soprattutto, di ciò che è in grado di fare e come riesce a farlo

Le persone con DSA sono in grado di generare una capacità di pensiero divergente affinando, così, una capacità di problem solving differente rispetto alla normalità; questo aspetto, spiega Elio, diventa secondario rispetto alle potenzialità. 

Ci sono molti casi in cui un soggetto con DSA si trova in una situazione di svantaggio o deve ricorrere necessariamente a metodi o mezzi “compensativi”. 

Un esempio, lo possiamo trovare nello svolgimento di un concorso pubblico o un esame per albo professionale, nei quali – oggi – un soggetto con DSA è costretto ad utilizzare dei metodi personalizzati per adempiere all’esame stesso. 

Ci spiega Elio – che è membro attivo dell’Associazione Italiana Dislessia – come gli sforzi dell’Associazione degli ultimi anni siano rivolti proprio a trovare delle soluzioni che possano valorizzare le persone con DSA e non debbano necessariamente ricorrere a strumenti compensativi personalizzati e in un certo senso discriminanti

Sarebbero sufficienti piccoli e banali accorgimenti, per poter rendere il tutto fruibile a tutti; ad esempio il carattere con cui vengono scritti i documenti può essere una banale e semplice soluzione. 

Infine, Elio ci racconta che l’Associazione sta lavorando da un paio d’anni ad un progetto mirato per l’inclusione lavorativa “DSA progress for work”. 

Il progetto ha lo scopo di offrire alle aziende strumenti idonei che possono essere utilizzati per individuare e valorizzare i potenziali talenti andando oltre le difficoltà che la dislessia comporta. 

Il progetto vuole essere uno strumento concreto atto a facilitare le fasi di selezione, inserimento e valorizzazione nel ambito lavorativo le persone con DSA.

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2 Commenti

  1. Sono una insegnante di 55 anni, dislessica e asperger.
    Non è vero che in campo lavorativo abbiamo problemi, che non sappiamo gestire orari impegni e altro. In campo lavorativo non abbiamo nessun problema. Ho fatto concorsi pubblici e sempre lavorato, senza supporti tecnologici, con carta penna e mezzi tradizionali. Non è un handicap ed è sbagliato fare passare un messaggio del genere.
    Mia figlia anche è dsa e asperger plusdotata. Studia all’università di Winchester in UK, senza problemi, molto apprezzata dai suoi insegnanti e non ha nessun problema.
    I problemi li state creando voi etichettando così strettamente la gente, facendole credere di essere handicappati, quello che è successo qui in Italia a mia figlia, trattata come handicappata non riusciva ad esprimere il suo potenziale intellettivo che è superiore alla media.
    Ora in UK è considerata per quello che è: una persona plusdotata con enormi potenzialità. E i professori glielo hanno già fatto capire.
    Uccidete i ragazzi con questi approcci.

    • Gentile Simona,

      innanzitutto grazie per il suo contributo: è fondamentale mantenere sempre un confronto aperto e costruttivo. Noi di Jobmetoo siamo convinti che i bisogni delle persone con disabilità non siano diversi da quelli degli altri, il vero problema è poter capire quali siano questi bisogni (accessibilità, educazione, lavoro, ecc) e dare le risposte giuste alla persona che li manifesta. Lei e sua figlia rappresentate un caso di successo, ma per molte persone ancora non è così. Ci auguriamo, un giorno, che non ci sia più bisogno di fare distinzioni, perché la società sarà capace di dare le risposte giuste a ciascuno.

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