E’ buona norma, quando ci si presenta a colloquio, che sia presso un’agenzia per il lavoro, una società di ricerca e selezione o un’azienda, portare con sè un curriculum vitae cartaceo, naturalmente aggiornato. Sicuramente il selezionatore avrà già visto un vostro cv, magari online o in una versione sintetica all’interno del profilo ricevuto dall’Apl (ndr. Agenzia per il Lavoro): portatene una copia stampata (non sgualcita nè in disordine) in colloquio, potrebbe esservi richiesta.
Che cosa dovete portare ancora a colloquio?
Per quello che riguarda agenzie e società di ricerca e selezione, è possibile che vi vengano richiesti, a discrezione, alcuni documenti, di riconoscimento (carta di identità/codice fiscale) o relativi all’invalidità: in Jobmetoo è sufficiente portare con voi solo il curriculum vitae.
Per quello che riguarda i documenti relativi all’invalidità, come abbiamo già avuto modo di affrontare qui, il diritto alla privacy vi tutela dall’esposizione obbligata della vostra patologia.
Pertanto, a prescindere da ciò che possa esservi richiesto di mostrare per “presa visione”, in linea generale potreste essere tenuti a mostrare soltanto copia della diagnosi funzionale (o relazione conclusiva) e, nel caso l’aveste (se state già lavorando, non avrete il documento), copia dell’iscrizione al collocamento mirato.
In nessuno dei due documenti, infatti, si cita la patologia; sono però importanti perchè il primo consente al futuro datore di lavoro di confrontarsi con le indicazioni relative ad eventuali necessità di supporto, il secondo a risalire all’iscrizione e al centro per l’impiego a cui richiedere il nulla osta per procedere all’assunzione (e, in qualche modo, a “certificare” l’appartenenza alle categorie protette).
Alcune società richiedono copia del verbale di invalidità: di questo, dovreste averne due versioni, di cui una apposta per il datore di lavoro, con diagnosi omessa per tutela della vostra privacy. Potrebbe esservi richiesta perchè, all’interno del documento, ci sono informazioni come la data di certificazione dell’invalidità e di eventuale rivedibilità, importanti per l’azienda.
Al di là di tutto ciò e dei documenti che siete tenuti o meno a presentare, il nostro suggerimento rimane lo stesso: siate il più trasparenti possibili per quello che riguarda la tipologia di disabilità e le vostre necessità in ambito lavorativo, al fine di poter iniziare una collaborazione professionale proficua che tenga conto sia delle esigenze del datore di lavoro sia
della salute del lavoratore.