In inglese suona come work-life balance e indica la capacità di gestire in modo equilibrato la vita professionale e quella privata.

In termini generici, sostituendo la parola tempo alla parola vita, possiamo dire che il primo aspetto è quello di essere in grado di dedicare un tempo adeguato al lavoro e a se stessi.
Non si può ridurre unicamente tutto ad una questione di ore: la giornata lavorativa media ne occupa 8, ma spesso può arrivare a 10 o più, quindi è facile intuire che il bilanciamento non può basarsi solamente su una parità oraria (se vogliamo anche dormire qualche ora!).

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Deve quindi necessariamente subentrare anche la nostra volontà di organizzarci, di ritagliare degli spazi per noi, di riuscire a staccare davvero, di accettare che per qualche ora l’unica nostra priorità dobbiamo essere noi stessi.

Ecco alcuni consigli che potranno forse aiutarvi nel sopravvivere alla sfida di avere anche una vita privata soddisfacente oltre a quella professionale:

1. Orari di lavoro
Soprattutto inizialmente, nelle prime settimane, per fare bella figura o per mostrarsi disponibili e flessibili, sarà probabile uscire a tarda ora dall’ufficio. Ci sono aziende che, in generale, anche se non dichiarato in modo esplicito, non vedono di buon occhio chi non si fermi alla scrivania oltre il consueto orario di lavoro: attenzione a distinguere i casi in cui si resta per completare delle reali attività e quelli in cui ci si intrattiene senza reale necessità, solo per tirare l’orario di uscita gradito. In questo caso, valutate se ci sia la possibilità di confrontarsi in merito e se realmente non possiate uscire dall’azienda a lavoro concluso e secondo orario concordato: potreste scoprire che, a fronte di una chiacchierata esplicita, il vostro datore di lavoro sia concorde con voi sull’opportunità di uscire dall’azienda per tempo, dopo aver portato a compimento i vostri compiti giornalieri, piuttosto che intrattenersi inutilmente.

2. Organizzazione
Vale sia per quello che riguarda le ore di lavoro, sia per tutto ciò che è extra. Chiaramente, più riuscite ad essere produttivi ed efficienti nella giornata lavorativa, tanto più riuscirete ad avere tempo per voi, a disposizione per i vostri interessi e passioni. Anche nella vostra vita privata può essere utile una pianificazione di massima, l’indicazione di un giorno fisso per quell’attività sportiva, l’opzione in agenda del giorno in cui esce al cinema il film che aspettate da mesi o l’apertura di una mostra, il promemoria per la gita e per il saggio scolastico di vostro figlio, o per quell’invito a cena a cui sarebbe impensabile rinunciare. La vita personale segue quella lavorativa, ma chi ha detto che non possa essere, parzialmente, anche il contrario? Sapere che domani dovrò necessariamente uscire dall’ufficio entro una certa ora, farà sì che io distribuisca il carico di lavoro, le mie attività e priorità in modo da potermi dedicare alla vita privata senza sospesi, senza pensieri e senza..sensi di colpa.

3. Assertività.
Non sarà semplice, ma assolutamente fondamentale, definire prima con voi stessi e poi con il vostro datore di lavoro, quelle che per voi possano essere necessità personali extralavorative imprescindibili. Se tutti i mercoledì dovrete portare vostro figlio al corso di nuoto o se il giovedì è il giorno fisso della vostra ora di pilates, o se, semplicemente, il martedì è serata di calcetto e pizza con gli amici, decidete che quelle ore saranno dedicate esclusivamente a voi stessi. Comunicate anticipatamente, se è il caso, che quel giorno uscirete sempre in tal orario e/o che per due ore non sarete raggiungibili telefonicamente o via e-mail, ma che il vostro lavoro sarà preventivamente portato a termine e che vi premurerete di aggiornarvi su eventuali urgenze al termine del vostro impegno personale. In questo modo, chiarendo i confini, potrete godere a pieno del vostro tempo, senza sensi di colpa o dubbi su quanto ci si possa aspettare da voi professionalmente anche durante la vita personale.

Naturalmente queste considerazioni valgono per chi ha desiderio e intenzione di avere una vita personale oltre a quella professionale; inoltre, questo non significa che chi vuol fare carriera non possa dedicarsi a se stesso, anzi, un buon manager o futuro manager dovrebbe assolutamente essere in grado di avere un’ottima gestione del tempo, competenze organizzative, capacità di delega, doti grazie alle quali è possibile (doveroso e salutare!) che ciascuno riesca a ritagliarsi qualche ora a settimana anche per se stesso.
Per le donne il bilanciamento vita-famiglia rimane tutt’oggi ancora molto più complesso di quanto lo sia per gli uomini, perchè spesso nella vita extralavorativa delle donne rimangono incombenze domestiche-familiari che ben poco spazio lasciano alla cura di sè: molte donne, soprattutto poi quelle che ambiscono a ruoli decisionali in azienda, si ritrovano ad eseguire salti mortali per ritagliarsi spazi fuori ufficio -necessariamente da dedicare a figli, casa, commissioni-, dovendo giustificare le necessità, nonchè lottare e dimostrare quotidianamente il loro valore con uno sforzo spesso molto superiore a quello di colleghi uomini.

La bella notizia è che, ad oggi, sempre più in azienda si parla dell’importanza del concetto di bilanciamento lavoro-vita privata: anzi, non solo se ne parla, ma sono molte le realtà che stanno introducendo soluzioni che possano agevolare i lavoratori, come flessibilità oraria, asili aziendali, giornate di home-office, convenzioni con strutture sportive o creazione di palestre o aree benessere aziendali. Naturalmente siamo solo all’inizio di un processo che richiederà anni, ma finalmente si inizia a riconoscere che la serenità e il benessere interiore delle persone le rendano anche lavoratori più felici, cooperativi e produttivi.

 

*Photo credits: www.theblot.com

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