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Arrivano i giorni festivi e, giustamente, le priorità cambiano: il lavoro non è più il primo pensiero e ci si dedica ad altre attività, almeno in prevalenza. Sappiamo bene che i giorni di festa, gli stessi che creavano un senso di vuoto nel grande Leopardi (eh sì, anche lui alle prese con la disabilità!), hanno spesso un sapore doppiamente amaro per chi il lavoro non lo ha e lo sta cercando, da anni, senza risultati.

Credo sia giusto dare spazio ad una lettera molto significativa che mi è arrivata qualche giorno fa. Una lettera che non necessita di ulteriori commenti. Augurare “Buona Pasqua” dopo una lettera del genere mi riesce difficile. Scelgo il silenzio.

Ciao Daniele, 

premetto che tramite questa lettera non voglio creare alcun tipo di polemica, tanto meno enfatizzare un mio problema o apparire tramite i media diventando oggetto degli altri, sono qui data la nostra conoscenza per raccontarti la mia esperienza riguardante l’integrazione lavorativa di noi ragazzi disabili.

 Quella che viviamo noi disabili in questi ultimi anni è una situazione davvero “misera”, la mia lettera è indirizzata, attraverso te, a tutte quelle aziende che non rispettano le leggi e alle istituzioni che non le fanno rispettare.

Mi chiamo Roberto, un ragazzo ormai 30enne affetto da Talassemia iscritto al collocamento Obbligatorio della Provincia di (…).

Sono anni che cerco di integrarmi nel mondo del lavoro, ho frequentato corsi di specializzazione, stage, studi, tirocini formativi, servizio civico, per non rimanere fermo in una società che vuole farti sentire solamente da solo.

Percepisco una pensione d’invalidità pari o poco superiore ai 270€, ogni 20-25 giorni mi reco al centro trasfusionale più vicino per effettuare la trasfusione di sangue e vivo tuttora con la mia famiglia che mi aiuta e mi sostiene.

Fin quando potranno sostenermi? Dov’è il diritto al lavoro per un disabile?

Ogni giorno invio curriculum, ogni giorno compilo domande, ogni giorno cerco di avere contatti con le aziende ma alla fine nessuna risposta nella più totale indifferenza.

In questi mesi mi sono recato sia all’ufficio di collocamento e agli uffici comunali della mia città non ricevendo nessun consiglio, nessun conforto ma solo un’unica frase: Purtroppo non c’è nulla oppure c’è la crisi, ecc. Ok, la crisi non guarda in faccia a nessuno ma non deve essere una scusa, una giustificazione per non rispettare le leggi. La legge obbliga le aziende ad assumere e integrare al lavoro personale disabile e dichiara quanto segue:

Il datore di lavoro è tenuto ad assumere un lavoratore disabile quando l’azienda abbia un numero di dipendenti tra i 15 e i 35. Quando gli assunti siano tra 36 e 50, la quota passa a due lavoratori, per arrivare poi al 7% del totale da calcolarsi nel caso di forza lavoro superiore alle 50 unità.

Quante aziende non sono in regola in Italia? Io credo tantissime e nel mio territorio ho l’esempio di una grande Azienda nel campo … dal nome …, un’azienda che conta migliaia di dipendenti ma non in regola con l’assunzione del personale disabile, stando a quanto dichiarato dall’ufficio di collocamento qualche anno fa.

Dove sono le istituzioni? Applicano le Sanzioni? Queste sanzioni vengono pagate? E chi dovrebbe vigilare, compie il suo lavoro nei migliori dei modi?

Ovviamente io mi metto anche nei panni di queste grandi aziende perché è complesso inserire un disabile in un ambiente di lavoro difficile e professionale, ma davvero, non riesco proprio a giustificarli, esistono svariati modi di introdurre un disabile al lavoro, tra cui la formazione, l’inserimento graduale del disabile etc.

Chiedo alle aziende di incontrarci, stabilite se sono idoneo a lavorare, ho due gambe, due braccia, un cervello, idoneo per diverse mansioni all’interno di un’azienda ufficio o altro.

Ho partecipato anche a diversi concorsi riservati alle categorie protette, ma anche lì ormai è difficile poter essere il vincitore sia perché questi concorsi sono organizzati male sia perché il numero dei partecipanti in relazione al numero dei posti disponibili è davvero esorbitante.

Secondo me l’ufficio di collocamento per funzionare bene dovrebbe ritornare alle chiamate nominali, far scalare le graduatorie in base alle esigenze delle aziende, creare elenchi di aziende non in regola obbligando le stesse ad attuare le leggi, ma ormai tutto ciò non avviene, il collocamento obbligatorio non funziona, è lì fermo, statico, non c’è nessuno che vigila.

Daniele, io, grazie a Dio, sono un ragazzo autonomo che può ricoprire diverse mansioni all’interno di un’azienda, ufficio o altro e sarei disposto a trasferirmi in qualsiasi posto in Italia pur di lavorare, ma ci deve essere anche un’azione concreta da parte di tutti e non ritrovarsi nel presente per un disabile a elemosinare un lavoro.

Dove sono i diritti?

Spero che questa lettera raggiunga davvero le persone giuste e che si risolva nei migliori dei modi questa situazione.

 

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

1 commento

  1. Grazie Roberto,
    nella tua lettera hai espresso quello che anch’io pensavo e tutt’ora penso per quanto riguarda le persone disabili e il lavoro, purtroppo ci rendono la vita difficile .Ti faccio i migliori auguri ed un in bocca al lupo per il tuo prossimo posto di lavoro (che senz’altro presto arrivera’).
    Mi trovo anch’io nelle tue stesse condizioni ,e certe volte mi scoraggio,possibile che le persone nn riescono a vedere che posso dare tanto . . anche se sono disabile.
    Un grosso bacio Silvana.

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