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La disabilità non si sceglie, l’autonomia si pretende

Nell’incipit iniziale si può racchiudere la volontà di molte persone con disabilità: non si ha la possibilità di scegliere se nascere con una disabilità o meno, neanche il tipo di disabilità; si deve però avere la possibilità di essere autonomi, di vivere la propria vita in base ai propri interessi e sogni, valorizzare sé stessi.

Per le persone con disabilità, oltre al lavoro, motivo per cui è stata lanciata Jobmetoo, anche vivere da soli è una conquista importante. Quanto è difficile? L’Italia come si pone davanti questa necessità?

La volontà di essere autonomi

Vivere da soli non è facile, ci sono molte responsabilità per cui farsi carico: fare la spesa, le bollette da pagare, un condominio con cui relazionarsi, le spese extra, la vita con altre persone…e tante altri impegni.

Caterina e Alessia, residenti a Crevalcore in provincia di Bologna, vivono oramai insieme da diverso tempo: all’inizio una persona esterna dava loro una mano nella gestione degli impegni quotidiani e i primi giorni ha dormito in casa con loro; oggi effettua delle visite di cortesia, per il piacere di fare due chiacchiere con le ragazze, nulla di più.

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Caterina ed Elisa

A Milano troviamo invece Aurora e le sue coinquiline, Alice e Olga, studentesse che condividono un appartamento grazie all’iniziativa di Fondazione Cariplo ed il Comune di Milano. Le ragazze, due di loro soffrono della sindrome di Asperger, si danno una mano reciproca occupandosi delle faccende di casa e della pulizia dei luoghi comuni e non solo.

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Aurora

Al Sud invece? Le cose non vanno sempre bene: in Calabria, nella città di Lamezia Terme, il Comune ha a disposizione per le persone con disabilità due appartamenti, ma uno di questi è vuoto. Come mai? Per lungaggini amministrative e burocratiche. Rita, affetta da distrofia muscolare, non si arrende ed occupa uno dei due appartamenti: nonostante le difficoltà pretende la sua autonomia abitativa.

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Rita

Cosa dice la legge italiana?

Il riferimento legislativo è molto datato, bisogna tornare indietro nel 1992, per la precisione alla legge 104/92, testo in cui le persone con disabilità vengono definite “handicappate”, questo per indicare l’obsolescenza della legge.

Riteniamo che l’autonomia lavorativa sia un passo fondamentale per la crescita delle persone con disabilità, allo stesso tempo, l’altra autonomia, quella abitativa, debba essere un diritto a cui la persona con disabilità debba accedere facilmente e per la quale siano necessarie le giuste tutele.

Fonte: Corriere della Sera

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

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