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L’impresa è fatta di persone

L’affermazione su riportata è spesso utilizzata, siamo abituati a sentirla dire e a ripeterla di conseguenza. Oggi il successo di un’azienda è merito delle persone che ne fanno parte: un’ulteriore evoluzione della prima espressione, nella quale non solo l’imprinting aziendale è totalmente derivato e costruito dallo staff dell’impresa, ma il successo della stessa dipende dalle attività svolte dalle persone e dalla passione con cui queste le svolgono.

Stiamo però vivendo un’ulteriore evoluzione: l’azienda creata in base alle necessità delle persone che ne faranno parte.

Il lavoro su misura

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Negli USA, in particolare in Florida, Tom D’Eri ha un fratello affetto da autismo: si chiama Andrew e ha 22 anni. Siamo nel 2013 e la patologia è ormai confermata e accettata dalla famiglia di Andrew, ma i suoi genitori ed il fratello non accettano che lui non possa lavorare, che sia escluso dalla comunità professionale a causa della sua condizione.

Qui avviene l’evoluzione di cui si accennava: la famiglia D’Eri non si concentra suall ricerca del lavoro per Andrew, ma ribalta completamente il concetto, pensando invece quale tipo di azienda avviare affinchè il figlio possa essere soddisfatto e che possa portare al successo.

L’idea arriva nello stesso anno, nel 2013: aprire un autolavaggio. Si inzia, gli affari iniziano ad andar bene sin da subito e soprattutto Andrew è contento. L’azienda si espande, assume, ma con un occhio alla disabilità: oggi, su 43 dipendenti, l’80% dello staff dell’autolavaggio è composto da persone affette da autismo.

Una domanda sorge spontanea: perchè aprire un autolavaggio? Perchè le persone affette da autismo effettuano azioni ripetive a causa della loro patologia, ma in un autolavaggio queste azioni diventano un punto di forza.

Chiudo il post con un video che riprende la felicità dei ragazzi che lavorano all’autolavaggio, della visione umana di Tom nella gestione dell’impresa, della precisione di Andrew nel suo lavoro e della commozione del padre di Andrew nel momento in cui ripercorre la storia dell’autolavaggio e del figlio.

Jobmetoo si pone nella stessa ottica della famiglia D’Eri: dare la possibilità alle persone disabili e appartenenti alle categorie protette di entrare nel mondo del lavoro ed essere un valore aggiunto per l’azienda per cui lavorano, i rappresentanti del successo dell’azienda stessa.

Fonte: Huffington Post

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

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