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Quando l’esperienza è vissuta in prima persona assume un valore importante e centrale: ci si impegna attivamente nella ricerca del miglioramento e nel focus della tematica, al fine di renderla accettabile o risolvere un problema. Per comprendere meglio l’affermazione è sufficiente pensare alle code alle quali siamo costretti ad aggregarci al supermercato o alle Poste: l’attesa è così snervante che subirla attiva in noi un meccanismo di proattività, facendoci esclamare “Se fossi io farei così per far evitare questa fila inutile!”

Access Earth nasce da un’esperienza personale: Matt McCann è un ragazzo irlandese disabile, che, tempo fa, effettuò una prenotazione in hotel, il quale gli garantì piena accessibilità; peccato che quanto affermato non corrispondesse alla realtà. Matt non si è scoraggiato e ha ribaltato il concetto di definizione di accessibilità in termini di definizione: non più una “autocertificazione” da parte della struttura, ma dei feedback reali lasciati da persone con disabilità che il posto lo conoscono o nel quale hanno trascorso un soggiorno.

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Il servizio Access Earth non si limita solamente alla recensione di Hotel, ma anche B&B, ristoranti, musei, teatri, stadi ed in generale i luoghi di accesso al pubblico. Inoltre, il giudizio fornito dal basso, cioè direttamente dalla persona che vive in prima persona l’esperienza del soggiorno, in caso di hotel o B&B, o dello spettacolo, in caso di teatro, permette di avere un riscontro oggettivo sulla struttura e il livello di accessibilità.

Una APP, ma allo stesso tempo un servizio fruibile anche da PC o da tablet, che si pone come una guida essenziale per le persone con disabilità: un accesso all’informazione tra pari che facilita gli spostamenti e le economie dei luoghi (nonché delle strutture) che pongono l’accessibilità tra le loro priorità.

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

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