wonderful work

Wow!: un’esclamazione accattivante per un progetto che non lo è da meno. “Wow! Wonderful work” persegue in modo innovativo l’inserimento lavorativo delle Persone con sindrome di Down; ne parliamo con Chiara Laghi, ideatrice del progetto. E poi diamo spazio a due testimonianze molto interessanti…

Qual è l’obiettivo del progetto “WoW! Wonderful work”?

Il progetto “WoW! Wonderful Work” si pone due principali obiettivi. Il primo consiste nell’incrementare l’integrazione sociale e lavorativa delle persone con Sindrome di Down e il secondo creare valore per l’azienda che decide di assumerle. In ultima analisi si vuole uscire dagli schemi e dai pregiudizi che confinano la disabilità intellettiva trovando un ruolo e una collocazione a quei ragazzi che hanno capacità, competenze e talenti da valorizzare.

Qual è la percentuale di ragazzi Down che lavorano?

A livello nazionale il 16% dei ragazzi con sindrome di Down è occupato.

Un ragazzo con Sindrome di Down concentrato al lavoro
Un ragazzo con Sindrome di Down concentrato al lavoro

Come sono coinvolte le Associazioni di genitori delle persone con sindrome di Down?

Il progetto “WOW! Wonderful work” unisce in un’azione di regia le realtà associative, in fase iniziale del territorio di Milano e Monza, che si adoperano in cooperazione per un intervento attivo. Il territorio di  Milano e Monza mostra alcune esperienze di successo che necessitano di essere maggiormente organizzate e condivise.

Come si articola il progetto?

Il progetto si suddivide in 3 fasi:

Conosciamoci e contiamoci. L’obiettivo è conoscere e fotografare in maniera macroscopica la presenza sul territorio delle persone con sindrome di Down. Dopo l’iscrizione al portale www.wonderfulwork.it fanno seguito incontri con una squadra di selezionatori del personale con professionalità ed esperienza consolidate.

Progettiamo con le aziende. L’obiettivo è quello di aprire un dialogo con aziende, istituzioni ed enti accreditati, al fine di avviare percorsi formativi mirati all’inserimento lavorativo. L’interazione con esperti di formazione e selezione del personale ci permetterà di individuare figure professionali nuove che possano mettere in evidenza il valore delle persone con sindrome di Down.

Misuriamo i risultati. La terza fase ha come obiettivo di valutare, con l’aiuto di una società di consulenza, le performance in azienda delle persone con sindrome di Down

Le associazioni del progetto

Capirsi Down

L’Associazione Capirsi Down Monza ONLUS e’ nata nel Novembre del 1997 per volontà di un gruppo di genitori di bimbi con sindrome di Down. www.capirsidown.it

Agpdonlus

Nata nel 1981, per iniziativa di alcuni genitori, l’associazione da oltre trent’anni opera per l’inclusione, il rispetto e la dignità delle persone con sindrome di Down. www.agpd.it

Vivi Down onlus

Associazione Italiana per la Ricerca Scientifica e per la Tutela della Persona con Sindrome di Down nasce nel 1988 ad opera di un gruppo di genitori e si sviluppa intorno alle necessità comuni delle famiglie con persone con Sindrome di Down. www.vividown.org

Simpatia, ma anche competenze e professionalità
Simpatia, ma anche competenze e professionalità

Lasciamo ora la parola a Simone, 31 anni, da ben undici nella multinazionale PricewaterhouseCoopers, in reception.

“Il 20 dicembre nel 2004 sono stato assunto in prova e l’accoglienza delle mie colleghe è stata bellissima. Non la  dimenticherò mai perché mi ero spostato per qualche minuto e quando sono ritornato alla mia postazione ho  trovato sulla mia sedia: la busta paga e un graditissimo regalo aziendale. Quando ho iniziato a lavorare a Milano mia mamma mi accompagnava al lavoro per poi tornare a casa. Quell’anno faceva un gran freddo. Mi ha accompagnato per un mese ed è per questo che la ringrazio. Poi un giorno mi sono deciso ad andare da solo e ci sono riuscito! All’inizio non conoscevo né l’ambiente né le persone, ma con poche e giuste domande alle mie colleghe ho imparato le mie mansioni lavorative. Sono riuscito a capire come funziona l’ambiente del lavoro e grazie ai consigli delle mie  colleghe sono riuscito a diventare quello che sono adesso: tutti si fidano di me e del mio lavoro. Dopo sei mesi in prova sono stato assunto a tempo indeterminato. Mi auguro che la mia storia possa diventare un esempio per la nuova generazione di giovani che entreranno nel mondo del lavoro.”

E Il punto di vista di una collega di Simone:

“Undici anni fa in PwC, ho conosciuto Simone. Si presentò a me un po’ smarrito e con fare diffidente, ma dietro i suoi occhialetti si nascondevano due occhi dolcissimi. Aveva bisogno soltanto di un accenno per sentirsi più a suo agio in questo piano immenso dove avrebbe dovuto lavorare. Che dire, fin da subito il suo affetto mi contagiò e con un timido sorriso sciogliemmo le tensioni e iniziammo a lavorare insieme nei momenti belli e meno belli. Lui c’era sempre, con i suoi piccoli gesti, e io ora non posso far altro che volergli bene e ringraziarlo di ciò che è stato ed è tutt’ora per me.”

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

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