supereroi
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Quanti di noi da piccoli (ma anche da grandi) hanno avuto uno o più supereroi? Superman ci fa sognare sempre con la sua capacità di volare e poter diventare supereroe con un solo giro in una cabina telefonica; Spiderman è l’uomo che mischia le sue qualità con quelle animali, una mutazione che gli dà forza e possibilità di creare ragnatele da utilizzare come mezzi di trasporto e armi; Batman, un supereroe anomalo, in quanto sprovvisto di super poteri, ma devoto alla sua città e alla lotta al crimine, persona per cui il vero super potere è la determinazione.

Oggi il mondo ha bisogno di supereroi?

La domanda non ha forse una risposta definitiva e assoluta, sicuramente è figlia della sicurezza percepita dalla persona a cui viene posta. Si tende a pensare ad una eventualità, una preoccupazione o un imprevisto che possa sconvolgere il nostro ambiente, costruito con fatica e amore. La presenza di un supereroe, anche più di uno, allenta le tensioni e rende più sicuri le comunità che si prefigge di difendere: alcune volte limitate nel territorio (come una città) altre volte più estese, sino ad arrivare alla protezione del mondo.

Oggi il vero supereroe è colui che rende normale qualcosa che gli altri vedono come straordinario, speciale: Mario Moroni ed il team di OkNetwork hanno scelto il tema dei supereroi per l’edizione 2016 dell’OkDay. Tra i relatori, ci sarà anche Daniele Regolo, Fondatore e Presidente di Jobmetoo.

In che modo Daniele è un supereroe? Daniele ha reso normale, tangibile e concreto un legame finora assente e poco percepito: la relazione tra lavoro e mondo della disabilità. Lì dove la legislazione si è sforzata ad emanare una legge completa, Daniele, grazie a Jobmetoo, dà un concreto riscontro alle necessità delle persone con disabilità.

Per scoprire i simpatici aneddoti della sua vita e come è nata Jobmetoo, ti aspettiamo il 29 Settembre all’OkDay, iscriviti gratuitamente!

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

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