Katy Perry, Lady Gaga, Beyoncé sono alcune delle popstar più in voga del momento: dettano costumi, ritmi musicali, mode, tendenze, modelli di vita… e potrei andare avanti. Ogni loro canzone, acconciatura e vestito sono delle icone di stile da seguire o avere per le ragazzine, fans accanite in realtà del marketing che ruota intorno a questi personaggi, più che della persona in sé (sapientemente tenuta da parte dai curatori dell’immagine delle popstar).

Sulla scena musicale internazionale si è da qualche tempo affacciata anche Viktoria Modesta, cantautrice inglese di bella presenza, provocante e disabile.

Il successo è dovuto alle canzoni o alla persona disabile?

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Viktoria ha realizzato un video che ha riscosso molto clamore: le visualizzazioni superano i 5 milioni di utenti! Vediamolo insieme

Il video, nella sua impostazione, riprende i temi oggi in voga: provocazione, bellezza femminile, storia a latere dei fans…un archetipo noto agli addetti ai lavori e che fa vendere.

Qui si insinua il dubbio e sorge la domanda: il video e il personaggio di Viktoria hanno successo (o in generale riscuotono interesse) in quanto sono il frutto di una buona canzone con un personaggio musicale con doti canore valide o sono dovute alla condizione di disabilità della cantante?

Sarebbe un’occasione persa se tale successo fosse da attribuire alla persona disabile, ad una persona che non ha paura di nascondere la propria condizione, anzi, ad una persona che mette in risalto la disabilità e la usa armoniosamente nella propria arte.

Viktoria sta rompendo gli schemi, riesce ad arrivare al grande pubblico ed essere un modello da seguire per i propri pari,che spesso si sentono inadeguate a causa dei modelli imposti dalla società.

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

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