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Un popolo civile è composto da persone che assimilano i valori di rispetto per sé stessi e gli altri sin dalla giovane età. Capire che si vive in uno spazio pubblico e condividerlo con altre persone è un insegnamento fondamentale, un far parte della comunità in maniera attiva; comprenderlo in tenera età rende maggiormente sensibile le persone, le porta, in maniera naturale, a vivere in un ambiente che rispecchia al massimo il concetto di “comunità”.

I paesi del Nord Europa, il modello di civiltà spesso indicato dalle “vecchie nazioni” dello stesso continente, creano comunità sin dai primi anni di nascita dei propri residenti: questo approccio permette loro di poter affrontare tematiche (per noi) scottanti o tabù, come l’immigrazione e le guerre.

E la disabilità?

Occhiolino, il nuovo giornale che parla di disabilità ai bambini

Ecco che alla necessità di parlare di disabilità ad un pubblico giovane risponde “Occhiolino”, il giornale che nasce per i bambini, si rifà ad un linguaggio semplice al fine di educare, sensibilizzare ed informare. Il protagonista del giornale è Cibì, un rinoceronte giramondo, che ci porterà alla scoperta del mondo (e della disabilità) e ci “insegnerà” a distribuire i kit d’emergenza, accompagnare i pazienti nelle strutture ricettive al fine di curarli e spiegare quale sia il comportamento opportuno nei vari casi che si affronteranno.

Cibì effettuerà dei viaggi nel Sud del Mondo, una parte del globo fortemente colpita dal fenomeno della disabilità. Il primo numero sarà ambientato in Uganda, paese in cui le persone con disabilità sono molte ed in particolare la cecità è molto diffusa tra i bambini. Il reporter rinoceronte illustrerà cosa vuol dire avere una cataratta da bambini e come è possibile curarla, così come riporterà come i bimbi con disabilità motoria possano comunque praticare sport e giocare insieme agli altri.

Sono curiosità che la mente priva di malizia e di preconcetti sociali di un bambino sviluppa, sino a portarlo ad elaborare domande e confronti su tali situazioni: educare alla disabilità permette, si da giovani, a creare comunità omogenee ed inclusive.

Cibì non sarà da solo nel viaggio, ma sarà accompagnato da “testimonial”: nel primo numero ci sarà Filippa Lagerback che racconterà la sua esperienza personale in Uganda, lo scultore cieco Felice Tagliaferri che si racconterà e cercherà di trasmettere l’importante concetto di disabilità in termini di opportunità e non svantaggio.

Un giornale che arricchisce il già folto panorama italiano, ma che, paradossalmente, finora è stato orfano di un taglio prettamente focalizzato sulla disabilità.

Fonte: Felicità Pubblica

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

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