South West Open Youth Orchestra

“La musica non è un’arte, ma una categoria dello spirito umano”

Nietzsche

La musica è una delle più alte forme di espressione della propria persona, del proprio spirito e del proprio essere: le emozioni si trasformano in note, in melodia, in musica che si diffonde nell’ambiente e coinvolge le persone che la ascoltano.

L’Italia ha una forte tradizione musicale, specialmente nel settore classico: un esponente di fama internazionale è il compianto Luciano Pavarotti, voce inconfondibile di molti palcoscenici nazionali ed esteri, un rappresentante di gran livello dell’Italia.

Pavarotti era famoso per la sua grande sensibilità ed umanità verso le persone più svantaggiate e avrebbe apprezzato sicuramente il progetto “South West Open Youth Orchestra”, un’orchestra, appunto, inglese, nata a Bristol, composta da persone con disabilità.

Bradley ha ventun’anni, è affetto da paralisi cerebrale e suona una chiarina con gli occhi, grazie a un sintetizzatore: segue un oggetto sullo schermo e parte il suono della nota, spostando lo sguardo, l’intensità della nota cambia.

Ashley ha tredici anni ed è cieca dalla nascita: sa suonare qualunque pezzo dopo averlo ascoltato due volte e lo ricorda a memoria senza utilizzare la scrittura Braille. Benn invece utilizza il “Linnstrument“, una tastiera sofisticatissima, che funziona come uno strumento a corda, e dove ogni tocco del dito viene percepito in cinque modi diversi. Infine George, che suona una chiarina usando i movimenti della testa anziché lo sguardo e sul capo ha un sensore, con raggi infrarossi, col quale controlla lo strumento musicale.

La band si è esibita su numerosi palcoscenici, ma quello più importante è stato per la BBC, evento che potete visualizzare nel video in basso.

La South West Open Youth Orchestra è un bellissimo esempio di inclusione e di realizzazione dei propri sogni: un gruppo di persone in perfetta sintonia, sonora e di relazione.

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

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