linguaggio

Merita di essere diffusa, nell’ultimo numero di Superabile, l’inchiesta condotta da Antonella Patete in cui dieci esperti con disabilità affrontano il tema del rapporto tra media e disabilità. Già, ma chi è un esperto? Un esperto è colui che, di professione, si occupa di un tema specifico e quindi alla base del suo pensiero è presente quell’autorevolezza necessaria che tiene ben distinti analisi di un fenomeno e pensiero personale. Laddove l’esperto sa misurare l’apporto puramente personale, il non esperto può facilmente spacciare per professionale ciò che non lo è.

Una lettura utilissima, da diffondere, sia per chi ha una disabilità che non. Perché solo grazie agli esperti possiamo, tutti noi (e me compreso in questo blog), mantenere la migliore prospettiva per affrontare un argomenti di comune interesse.

Anche Tullio De Mauro, il celebre linguista recentemente scomparso, ha affrontato il tema della disabilità: il Redattore Sociale ci propone un’intervista sul tema.

Le parole determinano la percezione del mondo e ovviamente anche la percezione del mondo modifica il linguaggio: in un’epoca come quella odierna, in cui la parola è spesso e volentieri abusata, riprendere un po’ di silenzio e prestare attenzione a chi ne sa più di noi non può che farci bene.

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

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