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Questa volta prendo in prestito il post dagli amici di Invisibili che ricordano Franco Bomprezzi con una sua lettera scritta a 38 anni, quasi un quarto di secolo fa. Oggi, in questo blog in cui, volutamente, per dare giusto risalto alle mille sfaccettature della disabilità, Jobmetoo parla non solo di lavoro, riporto un passaggio, esemplare, sull’importanza del lavoro.

“Il lavoro è una conquista decisiva. Non dipendere dall’assistenza, non aver bisogno di una pensione, ma potersi guadagnare da vivere svolgendo un’attività normale è fondamentale (e possibile) per tutti i portatori di handicap.”

Prendiamola come un’esortazione, un’ispirazione, una nuova stella polare da seguire.

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

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