Invisibili è un punto di riferimento per il mondo della disabilità: un blog che ha sempre dato un punto di vista oggettivo della disabilità, visto da persone disabili e non, capaci di poter smuovere le coscienze e (non da meno) le culture dei lettori, sempre più numerosi, sempre più affezionati.

Da qualche giorno la testata compie 5 anni, un traguardo importante, che si è deciso di festeggiare con un evento ad hoc: InnovAbili, un nome non casuale, una lettera che “svetta” sulle altre per un motivo preciso. InnovAbili dà un forte focus alla tecnologia, al reale progresso che permette alle persone con disabilità di essere autonomi, di poter svolgere da soli le attività quotidiane, di vivere la loro vita con un piccolo ausilio derivato dalla tecnologia che avanza, a passi da gigante, nel mondo della disabilità.

Si parte subito alla grande con Franco Molteni, Direttore UOC Medicina Riabilitativa, H Valduce Villa Beretta Costa Masnaga, all’avanguardia nel campo della tecnologia per la disabilità e ne dà una prova concreta presentando due esoscheletri. Gli strumenti di sostegno verticale possono essere sia utilizzati sia per la riabilitazione che per la mobilità pura. “Camminare è come respirare” esordisce così Giambattista, una delle persone che fa una dimostrazione dell’esoscheletro; continua dicendo “con l’esoscheletro riprendo le proporzioni: capisco quanto le persone siano alte e quanto sia alto io; anche una sola ora di movimento mi fa stare meglio a livello fisico e psicologico”.

Esoscheletro_Innovabili

Un altro intervento molto interessante è stato quello di Marinella Levi, a capo di +Lab, definito dalla stessa Levi laboratorio quotidiano “in quanto i risultati del laboratorio si applicano alla vita di tutti i giorni”. 5 anni fa si approccia alla stampa 3D a basso costo e ne scorge subito le finalità inclusive: creare dei prodotti che possano essere utili per le persone con disabilità e disponibili subito. Il suo approccio alla ricerca e sviluppo è molto particolare, innovativo per il punto di vista: si tratta della ricerca frugale, in quanto, come dice la stessa Levi “sono tutti bravi a fare ricerca con tanti soldi, facciamola con poco, pochissimo”.
Partendo dalla convinzione che la stampa 3D serve a cambiare il punto di vista, +Lab realizza una copia, del Castello Sforzesco di Milano e la fanno toccare a Franco Lisi, a capo dell’Istituto dei Ciechi di Milano, la cui risposta a caldo, tastando la stampa in 3D, fu “per la prima volta posso salire sulla torre del Castello“.

Relatori sul palco 3

Sul palco si sono successivamente alternati Alberto Arenghi, esperto di edilizia storica e accessibilità, Antonino Cotroneo, giovane studente con una forte passione per il web e l’accessibilità, Pasquale Fedele, a capo di Brain Control, un’azienda che ha l’obiettivo di far controllare gli oggetti con la mente umana e Simone Biondi, studente con disabilità di un Istituto di Monticello Brianza, il quale ha creato, con l’aiuto dei compagni di classe, un mouse per lo smartphone.

Scuola Monticello

Jobmetoo, nella veste di Daniele Regolo, ha assistito con molto interesse agli interventi della giornata, ed è stata protagonista di una tavola rotonda che ha permesso di creare un legame tra le realtà presenti e le richieste del mercato, settore in cui Jobmetoo è esperta. Le innovazioni tecnologiche non devono solo poter dare un altro modo di vivere alle persone con disabilità, ma creare lavoro, essere inclusive e rendere i disabili i protagonisti nel campo del lavoro.

Il finale è stato molto divertente, grazie alla presenza di Bebe Vio: una vera forza della natura, energia e positività che emana in ogni sua parola, una simpatica contagiosa, un’autoironia da far invidia alle persone più navigate e molto più grandi della sua giovane età, poco oltre la maggiore età.

 

Bebe Vio

Un evento da prendere da esempio per concretezza, testimonial (noti e meno noti) e risultati raggiunti: un modo di vedere la disabilità in maniera inclusiva e partecipativa, un cambio culturale da attivare adesso, da parte di tutti.07

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

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