dietro-la-lavagna

Il seguito blog di Giovanni Cupidi, che si rifà ad un completo post di Superando, mette in risalto – ancora, purtroppo – le lacune dell’Italia davanti a determinati obblighi che, prima di essere tali, dovrebbero essere atti di volontà.  Il Comitato dell’ONU ha recentemente prodotto l’elenco delle proprie richieste e quesiti (List of Issues) riguardanti quasi tutti gli articoli della Convenzione. E quel “quasi tutti gli articoli” parla chiaro: evidentemente a parole siamo molto avanti, con i fatti molto indietro.

Parallelamente, ad oltre due anni di distanza dall’ Adozione del programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità, il portale Handilex fornisce un dettagliato riepilogo sullo stato dell’arte: il quadro è sconcertante. Poche le modifiche, molte delle quali dipendenti da fattori extra: nel caso del lavoro, ad esempio, viene evidenziato come il Jobs Act impatti sulla ex Legge 68 attraverso learticolate deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e dell’attività ispettiva e di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro”.

Nello specifico, della “Banca dati del collocamento mirato” non si ha ancora traccia, mentre per i seguenti temi:

  • dati reali su situazione occupazionale delle Pcd;
  • approfondimenti su dinamiche mercato lavoro e influenza su Legge 68;
  • dati su disabilità intellettive e relazionali in merito all’ambiente lavorativo;
  • analisi di indicatori che identifichino le barriere che le Pcd incontrano nell’esercizio dei propri diritti;
  • approfondimento su piccole aziende non soggette all’obbligo (quindi al di sotto dei 15 dipendenti) che hanno garantito però il 10% degli avviamenti:

non sono stati presi provvedimenti o, almeno, fornite linee di indirizzo.

Personalmente, ero presente a Bologna proprio nell’estate del 2013, e precisamente al tavolo di discussione pubblico per l’area “Lavoro ed occupazione”. Ho un gran ricordo di quella giornata, con interventi di ogni genere e, soprattutto, con la voglia di credere che le cose potessero davvero migliorare in poco tempo. E sono passati più di due anni.

Vedo tuttora una gran voglia di lottare, di cambiare e migliorare, ma evidentemente non basta. Non vorrei, tra due anni, prendere questo post e ripubblicarlo con l’unica modifica della data aggiornata.

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

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