Gabriella Cappuccino

Mi piace pensare a questo blog come un contenitore di belle storie da raccontare. Oggi vi chiedo qualche minuto del vostro tempo per leggere la storia, umana e professionale, di Gabriella Cappuccino: una ragazza che non solo ha realizzato se stessa ma che si prende cura delle persone sorde come lei in ambito lavorativo. E cominciamo con le domande! 

Gabriella, presentati per i nostri lettori!

Sono nata nel 1972 e da allora vivo e respiro l’aria non proprio “tersa” di Milano. Sono diventata sorda all’età di circa cinque anni a causa di un trattamento farmacologico per curare un’orticaria. Parliamo della fine degli anni ’70, quando ancora non esistevano cure e terapie specifiche e soprattutto “poco invasive”, né era agevole stabilire diagnosi in modo mirato. Un trattamento antibiotico che mi ha così danneggiato l’udito, indebolendo la coclea e il nervo acustico portandomi a diventare completamente sorda, senza speranze di recupero. Grazie alla costante presenza di mia madre, che mi ha profondamente incoraggiato a eseguire terapie di ortofonia e logopedia, ho migliorato la comprensione del parlato, ad apprendere la lettura del labiale e a sviluppare la memoria uditiva in modo da riuscire a percepire vari suoni anche attraverso l’uso degli apparecchi acustici. Attualmente mi sto concentrando nello studio della LIS (Lingua dei segni) utile anche come ponte di comunicazione tra il sordo segnante e l’udente.

Da quanto tempo lavori in UniCredit e di cosa ti occupi?

Dal 2003 ad oggi sono dipendente di UniCredit nell’area Accounting e mi occupo di Contabilità Generale.

Raccontaci del tuo impegno a favore dei dipendenti sordi di UniCredit

L’interesse è nato grazie a un team già presente in azienda che dal 2008 ha messo in piedi un’iniziativa rivolta ai dipendenti disabili, favorendo l’inclusione e il benessere attraverso i seminari annuali suddivisi per categoria di disabilità. Tra queste iniziative è stato avviato un seminario per i sordi con l’obiettivo di aiutare tutti i dipendenti d’Italia con dibattiti, training e supporto sostenuti da testimonianze e specialisti sulla sordità. Grazie a questa iniziativa ho avuto la possibilità di conoscere il team del “Take Care” che ha messo in piedi il “GDL – Gruppo di Lavoro Sordi”. E’ anche importante precisare che questo team, essendo composto da colleghi udenti, a volte non ha la piena percezione del mondo di noi sordi, e per questo è molto importante sottolineare, secondo me, che in ogni gruppo ci deve essere un disabile in mezzo agli udenti, in modo da collaborare e fare quasi da “supporter” all’udente (e viceversa). I dipendenti sordi, per ogni dubbio, difficoltà o problema, mi cercano con fiducia, mettendomi nelle condizioni di poterli aiutare in qualsiasi contesto: io poi riferisco eventuali problemi direttamente al Team che si occupa appunto della disabilità in azienda.

UniCredit è un’azienda molto attenta al tema disabilità e impegnata anche con le disabilità più a rischio di discriminazione, come quella psichica. Cosa vuol dire per un lavoratore essere parte di un’azienda così sensibile?

Ogni dipendente che lavora quotidianamente in questa azienda, dimostra soddisfazione e gratitudine perché al mondo d’oggi, soprattutto in una nazione come l’Italia, non tutte le aziende, piccole o grandi che siano, esprimono tale sensibilità verso il disabile. Grazie ai vari incontri di formazione e seminari, questa società ha dimostrato che collaborando insieme si possono superare e abbattere le barriere della comunicazione, discriminazione e diversità, e permettere così la vivibilità e l’inserimento nel mondo del lavoro di persone con disabilità. Non è un caso che UniCredit ha recentemente vinto il premio Adriano Olivetti aggiudicandosi il primo posto per essersi dedicata al “Benessere in azienda”. Il tema del benessere è stato un vero e proprio cavallo di battaglia di Take Care, che sin da principio si è focalizzato sullo sviluppo dell’accessibilità e dell’inclusione in tutti gli ambiti del vivere sociale e aziendale. E’ stata una gran bella soddisfazione per tutti noi del Take Care e del Gruppo di Lavoro Sordi.

Torniamo alla sordità: quali sono le maggiori insidie di questa disabilità invisibile?

Vorrei smascherare una realtà: la disabilità non deve per forza essere sempre visibile! La disabilità si presenta in molte forme che possono essere esterne oppure interne. Ad esempio nel mio caso, a volte mi ritrovo in situazioni che mi mettono in imbarazzo e a disagio: succede che per poter capire ciò che altri dicono, sono costretta a fermare i miei interlocutori e a chiedere gentilmente di ripetere… lasciandoli completamente basiti. Pensano che io sia una maleducata! Questo aneddoto per dire che se la disabilità risulta invisibile, non tutti assumono una reazione di comprensione. Tutto dipende dalla personalità e dal grado di cultura di chi ci è innanzi.

In generale, è più difficile fare carriera per un lavoratore con disabilità? Se sì, perché?

Io posso ammettere per mia esperienza personale che un lavoratore con disabilità, se dimostra di essere “alla pari” cioè di essere volenteroso e collaborativo, senza dare segnali di vittimismo oppure dimostrazione emotiva di debolezza, credo che possa rivelarsi un lavoratore brillante e pieno di positive sorprese. Un disabile purtroppo è sempre visto agli occhi di tutti come una figura da compatire, da non sollecitare con compiti gravosi… Nel mio settore lavorativo, occupandomi di contabilità generale ed esercitando mansioni con un team, dimostro sempre entusiasmo e interesse in ogni cosa, tanto da infondere fiducia e sicurezza tra i miei colleghi. E’ ovvio che tutto dipende anche dal carattere del disabile: se il sordo si dimostra sicuro e coraggioso, l’udente può sempre considerarlo come una persona di fiducia e a fare riferimento in caso di necessità lavorative o di proficua collaborazione. Viceversa, se si dimostra insicuro, lamentoso oppure propenso al vittimismo, ovviamente l’udente si metterà in condizioni negative da non considerarlo affidabile e concreto in ambiente lavorativo. L’inclusione è l’azione base di una sfida possibile, puntata sulla competenza e collaborazione, sulla valorizzazione e riconoscimento reciproco delle persone che tendono a vivere in modo equo nella società portandosi alla pari degli altri. Quindi quello che io consiglio vivamente si riassume così: siate sempre positivi, siate sempre voi stessi e non abbiate paura!

Veduta dall'alto di Tropea

Cosa fai nel tempo libero?

Mi piace molto leggere libri e consultare informazioni tramite internet perché aiutano a stimolare la mia mente e a distrarmi dallo stress del quotidiano. La fotografia è la mia passione principale dove amo scattare l’emozione del momento, la bellezza di un oggetto o di un luogo, la realtà che mi circonda in quel momento. E’ un desiderio di scoprire, il gusto di catturare e… di “sentire” in silenzio i suoni del momento che mi avvolgono. Il bianco e nero mi affascina e per me rappresenta l’anima dell’immagine. Chissà, forse un giorno punterò alla realizzazione di un book sul tema della disabilità con l’obiettivo di far capire che la diversità non è un fattore negativo, ma a volte può anche essere un tramite per espandere creatività e intelligenze.

L'isola di Capo Rizzuto nello scatto di Gabriella

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

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