Leone ha 6 anni e detesta mangiare i piselli. Gli piace camminare a testa in giù perché tutto sembra diverso.
Leone guarda il mondo da un’altra prospettiva e ci presenta i suoi amici. Tutti bambini, tutti diversi, tutti uguali. Tutti come lui. Uguali perché ognuno di loro ha una peculiarità: paraplegico, cieco, down, rifugiato, diabetico, con due papà. Peculiarità narrate con la semplicità e la saggezza che solo i bambini hanno.
Luca ha 7 anni e il fatto che collezioni bottoni è rilevante quanto il fatto che sia autistico. Marcel è cieco ma guarda Batman insieme a Leone; la tv per lui è nera ma non importa perché Marcel ha la capacità di immaginare il costume di Batman come gli pare.
Altre volte invece la disabilità diventa il canale per acquisire superpoteri, e così Agata, bambina diabetica, viene presentata come una lottatrice di wrestling con due penne speciali che evitano di far perdere tempo al suo pancreas.
E la prospettiva cambia. Cambia perché la diversità, o la percepita tale, diventa un dettaglio, una peculiarità di ognuno dei personaggi di questo libro. Una peculiarità come le altre.
Questo libro, in maniera delicata e potente, sovverte il reale. O forse no.
Forse è il nostro sguardo a sovvertire il reale. La domanda automatica è quanto spesso la disabilità diventi il filtro attraverso il quale una persona viene giudicata. Forse l’etichetta della disabilità è un costrutto comodo che utilizziamo per interpretare qualcosa di scomodo? Qualcosa nei confronti della quale non sappiamo reagire.
Questo libro è interessante perché mette sullo stesso piano disabilità, omogenitorialità, differenze razziali e culturali. E lo fa senza paura, con la delicatezza del punto di vista dei bambini.
“Diverso come uguale” è un libro di Luana Vergari con i disegni di Massimo Semeraro, pubblicato da BelloGiallo nel 2012.
Diverso come uguale dovrebbe essere adottato come libro di testo nelle scuole.
Perché ha tanto da insegnare.
Anche ai docenti.