sporting4e-onlus

“Gli italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre”

Winston Churchill

Il primo ministro inglese ha espresso questa definizione ben 70 anni fa circa e ancora oggi è attuale: abbiamo un forte attaccamento allo sport del calcio, così morboso da organizzare la nostra vita in base al calendario di Serie A o della squadra locale. I fine settimana sono un turbinio di emozioni, di trasferte, di incontro con i propri beniamini e amici di tifoseria…una vita parallela basata sulla squadra del cuore.

Nel mio peregrinare per l’Italia ho notato che ogni paese, piccolo o grande che sia, ha il suo campetto di calcio: con erbetta naturale o sintetica, senza erbetta e panchine, ma basta un grande terreno, linee per terra e due porte ed il gioco è fatto. Il pallone inizia ad essere rincorso, preso a calci; gli spettatori curiosi si fermano a guardare i loro concittadini scatenarsi sul terreno di gioco ed il tifo cresce. Se dovessi immaginare la prima partita di calcio, nella umida e piovosa UK, la sogno proprio così.

Alle numerose categorie e serie dei campionati italiani, dal 21 Gennaio 2017 ce ne sarà un’altra, la “Quarta Categoria” composta da8 squadre ASD Calcio 21, Tukiki Minerva Milano, A.S. Sporting4e Onlus, Gea Ticinia Novara, Briantea 84, Fuorigioco, Ossona e Cascina Biblioteca. Questa categoria ha una caratteristica distintiva: è composta da team con persone disabili, in quanto il calcio è di tutti, come espresso durante la 15° giornata del campionata di Serie A con lo slogan “Io voglio giocare a calcio”.

Per dare vita a questa iniziativa, grandi club italiani blasonati si sono mossi per supportare le realtà locali, nello specifico hanno fornito loro il kit tecnico per gli allenamenti e le partite. La Quarta Categoria è nata grazie alla collaborazioni di FIGC, Lega Serie A, LND, CIP e AIAC. Un importante traguardo è stato raggiunto anche nello sport nazionale, una nuova categoria che andrà ad arricchire il già ampio panorama calcistico italiano.

Fonte: Gazzetta

 

Condivisioni
Articolo precedenteUna traversata oceanica per la Convenzione Onu
Prossimo articoloE-anffas, l’e-commerce inclusivo
Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here