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Il decreto Milleproroghe approvato in Senato qualche giorno fa (sembra scontato il passo successivo alla Camera) congela di un anno l’obbligo per le aziende 15-35 dipendenti di assumere un lavoratore con disabilità, anche se non sono in programma nuove assunzioni. Come immaginabile, la decisione ha creato notevole malumore: si veda, ad esempio, la reazione della FISH Onlus.

Anche Jobmetoo ha voluto diffondere un comunicato stampa in cui si ribadisce un tema a noi molto caro: la Legge, da sola, non può essere l’unica mandataria per risolvere problemi cronici. Quello del lavoro dei disabili è, prima di tutto, una questione culturale.

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

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