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Parliamo ancora una volta di tecnologia sul Blog Jobmetoo, questa volta in un ambito di disabilità che riguarda le persone cieche e sorde.

Nel mondo ci sono 285 milioni di persone con disabilità visiva, di queste 39 milioni sono non vedenti e 246 milioni sono ipovedenti. L’accesso alla società e al mondo del lavoro risulta ancora oggi problematico causa gli strumenti di comunicazione e interazione: la base della socialità per le persone con questa disabilità sono i linguaggi Malossi e Braille, ma questo richiede una conoscenza reciproca delle tecniche di comunicazione (spesso lunghe da imparare) e una prossimità fisica.

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Due ragazzi pugliesi, Nicholas Caporusso e Gianluca Lattanzi, hanno inventato il DbGloves: è un guanto capace di riprodurre i due linguaggi su elencati e permette di poterli trasmettere su diversi device.

Gli utenti digitano i messaggi su dbGLOVE con l’altra mano, come se fosse una tastiera. I messaggi possono essere visualizzati sullo schermo, possono essere tradotti in audio, e possono essere trasmessi via Internet” affermano i fondatori sul loro sito ufficiale. “Le risposte vengono inviate direttamente a dbGLOVE, che le traduce in vibrazioni che simulano i segnali tattili che rappresentano le lettere sul palmo della mano, permettendo all’utente di leggere il messaggio

Una tecnologia di questo tipo aumenta l’inclusione nel mondo del lavoro del 90% e, ricordando i dati dell’Infografica Jobmetoo, questa forza lavoro dà un forte contributo all’economia nazionale e mondiale.

 

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Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

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