Daniele Regolo Quinta Colonna

Non capita spesso di essere ospiti in TV e in particolare in un programma di alta visibilità: Lunedì 18 Maggio Daniele Regolo di Jobmetoo è stato tra gli ospiti di Quinta Colonna, talk show di Rete 4 condotto da Paolo Del Debbio.

Il tema era abbastanza caldo e sentito fortemente anche dai cittadini collegati dalle piazze italiane: le pensioni, in particolare quelle di invalidità.

L’intervento del Presidente e Fondatore di Jobmetoo è stato breve a causa dei tempi televisivi, ma l’efficacia comunicativa di Daniele ha colpito nel segno: non si può parlare di pensioni se prima non si affronta il tema del lavoro. Inoltre, tema cardine è l’equità: Jobmetoo si impegna affinchè ci siano pari opportunità nel mondo del lavoro.

Il tema ha avuto un forte riscontro anche su social network, in particolare su Twitter, in basso un esempio

Il video con l’intervento di Daniele Regolo, da 1.51 a 1.55, è visualizzabile sul sito Mediaset, in basso la trascrizione completa dell’intervista.

Del Debbio:”Io ho qui una bella storia, Daniele Regolo presidente di Jobmetoo. Daniele ha messo su un’azienda molto interessante, un’azienda che cerca lavoro per persone che hanno disabilità, ho detto bene?”

Regolo:”Esattamente, è un progetto figlio della mia esperienza di vita di persona disabile con una sordità profonda. Ho voluto dare una risposta positiva a quello che è un problema personale, ma in realtà collettivo. Oggi parliamo di pensioni, se non ho capito male, parliamo di questo sottile confine tra diritto acquisito e sostenibilità. Se vogliamo portare questo discorso nel mondo della disabilità è prematuro, perchè prima di parlare di pensioni dobbiamo parlare di lavoro.

Vorrei citare due dati molto indicativi: il primo che la disabilità è, dopo la perdita di lavoro, la seconda causa di impoverimento, e abbiamo qui sentito un esempio illustre. Altro dato che vorrei portare è che nel mondo ci sono un miliardo di persone con disabilità, questo per dire che il potenziale di persone con disabilità, di persone che sono a volte oltraggiate dal caso dei falsi invalidi, di persone che rappresentano una potenziale ricchezza per il lavoro, per il datore di lavoro, per sé stessi e per la società, può tutta questa ricchezza incanalarsi solo nella galassia principale che è quella del lavoro, dove la pensione è la conseguenza. Quindi prima dobbiamo cominciare ad affrontare veramente bene il tema del lavoro”

Del Debbio:”Senta, lei riesce attraverso la sua agenzia, a trovare lavoro per i disabili?”

Regolo:”Noi vogliamo portare una visione completamente diversa e l’ultimo tema che tocchiamo è quello dei benefici della legge. Questa visione colpisce molto le aziende perchè vedono in noi…”

Del Debbio:”Cioè lei dice alle aziende “questa gente è valida, lavora bene, non gli dice è un disabile, lo devi prendere perchè è capace, non perchè è disabile” ho sintetizzato male?”

Regolo:”Noi vogliamo portare equità nel mercato del lavoro”

Del Debbio:” Chiaro, è chiaro! Sa che lei fa una cosa straordinaria?!”

Regolo:”Rispetto i tempi televisivi e cerco di rispondere velocemente. Io la ringrazio, ma vogliamo parlare in termini di normalità, quello che vogliamo fare è la normalità: un lavoratore con disabilità è come un lavoratore senza disabilità”

Del Debbio:”Invece, glielo dico io, lei fa una cosa straordinaria!”

Regolo: “Non controbatto, la ringrazio”

Del Debbio:”In bocca al lupo e bravo!”

Condivisioni
Articolo precedenteQuante sono le persone disabili? Infografica Jobmetoo
Prossimo articoloPersone disabili: approfondimento sulla terminologia (Infografica)
Laurea in Scienze Politiche, poi un quindicennio di lavori disomogenei e frustranti a causa della mia disabilità uditiva grave. Ero per tutti un "bravo ragazzo", ma al momento di affidarmi un compito gli stessi giravano le spalle. Finalmente, grazie ad un concorso pubblico, arriva il posto fisso a tempo indeterminato come amministrativo in una azienda sanitaria. Fui assegnato al front office ospedaliero, mansione del tutto incompatibile con la mia sordità. Dopo alcuni anni veramente sofferti, la decisione di dimettersi: una decisione adulta, consapevole, serena. Quindi la scelta di essere un imprenditore per far diventare impresa il binomio che nella mia vita non aveva mai funzionato: lavoro e disabilità. "Nulla su di noi senza di noi" non è solo lo splendido motto delle persone con disabilità, ma il messaggio di speranza che muove verso l' autodeterminazione.

3 Commenti

  1. Mi sembra molto condivisibile la visione del Sig. Regolo…noi disabili pure nella nostra più o meno grave invalidità,ci riteniamo in grado di svolgere una mansione “opportuna” volendo mantenere la nostra dignità.. e contribuire nel lavoro e nella vita alla futuro del nostro paese.

    Antonio Montenero

  2. Carissimo Regolo,
    hai perfettamente ragione. Io sono una in cerca di un lavoro da 13 anni ormai, ma non è per nulla facile.
    Prima di ora (e mi ritenevo fortunata) prendevo 170 euro da una ditta, facevo assemblaggio di prodotti merceologici e non ero assunta. Facevo un lavoro che mi pagavano le farmacie! Poi gli è venuto in mente che forse non ero assunta in regola: io ho fatto di tutto perché mi assumessero, ma non hanno voluto. ora vorrei essere una formica per vedere chi hanno messo al mio posto. Perché io lavoravo molto e mi davo veramente da fare. Facevo tra 120 alle 140 bustine di quei prodotti lì. Va beh, è andata..,
    Ora vado in 2 coop socio-assistenziali, ma li mi sento ghettizzata (cioè messa in un angola solo perché ho una disabilità fisica, ma la mente è integra, perciò…) e i lavori alcuni mi piacciono alcuni no… poi non veniamo pagati per il lavoro che facciamo… va beh che faccio poco, lavoro solo un giorno ma lì mi do veramente da fare. Ma lavoro anche negli altri posti, solo che faccio arte.
    Io, poi, odio la carrozzina… perché io riuscirei benissimo a camminare da sola, solo che una dott,essa dell’handicap adulto della mia città (Reggio Emilia) mi ci ha messo sopra 1 anno 4 mesi fa e ora non c’è modo di far cambiare idea ai miei genitori e dove lavoro…
    Come posso fare a far valere i mieì diritti?
    MI RISPONDERESTI, NE SAREI MOLTO FELICE?
    DONATELLA BORGHI
    03.06.2015, 18:35

    • Gentilissima Donatella,

      certo che ti rispondo: per noi di Jobmetoo dare ascolto ai nostri utenti è una priorità. Anzi, grazie per aver toccato con chiarezza alcuni temi davvero importanti.

      Provo a dare un risposta alla domanda più difficile: come far valere i tuoi diritti?

      Se parliamo di diritti lavorativi, c’è una legge, la 68/99, anche se poco rispettata. Ma non ci sono solo i diritti, esistono anche i doveri e le responsabilità di chi tiene un disabile sottopagato quasi per fare un favore, cooperativa o azienda che sia. E questo lede la nostra dignità.

      Poi ci sono i tuoi diritti inalienabili: io ora non conosco a sufficienza la tua situazione per dare una risposta (una risposta, non un giudizio) completa, ma immagino che se qualcuno ti impone la carrozzina e tu ne puoi fare a meno, anche qui si sta ledendo un diritto. E qui non c’è nessuna legge, se vogliamo, che ti possa aiutare ma devi essere tu, con forza, a far capire al prossimo di cosa hai veramente bisogno.

      Se vuoi approfondire questi temi, scrivici pure ad info@jobmetoo.com

      Grazie!

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here